La festa del nuovo beato, che sale all’onore degli altari a soli sei anni dalla morte, sarà celebrata il 22 ottobre di ogni anno nella Chiesa di Roma e in quella polacca, finché la canonizzazione non prescriverà il ”culto universale”.
E anche oggi, come durante i funerali dell’8 aprile 2005, il grido del ”Santo subito”, insieme a un interminabile applauso e allo sventolio delle bandiere reso ancora più intenso dalle lacrime di tanti fedeli, è risuonato subito dopo la formula di beatificazione pronunciata da papa Ratzinger.
Appena il Papa ha proclamato beato il suo predecessore, è stato scoperto l’arazzo con l’effige di Wojtyla, che campeggia sulla loggia delle Benedizioni della basilica di San Pietro, ricavato da una immagine fotografica di GP II, come lo chiamavano i giovani di tutto il mondo, i Papa-Boys. Suor Marie Simon-Pierre, miracolata da Giovanni Paolo II, ha ascoltato in preghiera la formula pronunciata da Benedetto XVI e quando il Papa ha proclamato beato Karol Wojtyla, ha sciolto la tensione con un sorriso e ha applaudito insieme alla folla.
Non soltanto in San Pietro ma in tutte le piazze e strade di Roma affollate dai pellegrini il momento della beatificazione del Pontefice-montanaro, l'”atleta di Dio”, è stato salutato da un caloroso applauso. Commozione e gioia tra la gente, un milione di fedeli che ha invaso fin dalle prime ore di oggi la grande piazza e tutte le vie limitrofe, al punto che tantissimi hanno dovuto ripiegare ed assistere dai maxischermi dislocati per l’occasione.