Il preside del liceo D’Azeglio di Torino, per il giorno dedicato alla Costituzione italiana, ha voluto leggere – e pubblicare anche sul sito del liceo – agli studenti parte del discorso pronunciato da Piero Calamandrei al III congresso dell’Associazione a Difesa della Scuola Nazionale, a Roma, l’11 febbraio 1950, perché rispecchierebbe la situazione attuale e il ‘potere di una certa politica’. È evidente che il riproporre questo discorso, accentuandone i toni e sottolineandone altri, sia un vero e proprio tentativo di strumentalizzazione politica che nulla ha a che vedere con i compiti di un istituto superiore.
È inaccettabile che un giorno di festa e di alto senso civico come quello di venga utilizzato per una nemmeno troppo velata propaganda politica proprio da chi dovrebbe garantire il senso civico attraverso i valori dell’istruzione. Ed è ancor più grave che un preside di una scuola superiore utilizzi il proprio ruolo per fare una vera e propria azione di indottrinamento a studenti, che a breve dovranno cimentarsi con quello che forse è il loro primo appuntamento elettorale.
La politica deve rimanere fuori dai cancelli delle scuole, ed è dovere di tutti gli insegnanti e soprattutto dei presidi non scambiare il proprio ruolo con la politica diventando subdoli alfieri di partito. Chi desidera fare politica si candidi alle elezioni e non strumentalizzi le istituzioni.
Per questo motivo presenterò un’interrogazione sull’accaduto, dove chiederò che, ove persistano le condizioni, siano presi dei provvedimenti disciplinari nei confronti non sole del preside Iuvara ma anche dell‘intero corpo docenti del D’Azeglio che, con il loro silenzio assenzo, si sono resi complici di questo vergognoso episodio.
Gian Luca Vignale
Consigliere PDL Regione Piemonte
PITHENTE 15 Marzo 2011 il 18:14
SCANDALOSO!!! DOVREBBERO CACCIARLO A CALCI.
Cristiano 19 Marzo 2011 il 00:05
Il discorso di Calamendrei, come sempre, è alto e impregnato di valori civili.
In un Paese democratico la libertà di opinione dovrebbe essere rispettata e apprezzata, invece vedo che sono i politici (!!) e di un partito che porta la libertà nel nome (!!!) a giudicare
strumentalizzazione politica ogni posizione che possa essere considerata anche di lontano diversa dalle loro.
Su una cosa però Vignale è condivisbile, quando dice che la politica dovrebbe stare fuori dalle scuole: speriamo che sia coerente e di conseguenza la smetta di attaccare gli insegnantie se ne stia lontano.
Guillermo Carrascón Garrido 19 Marzo 2011 il 12:05
Quello che è veramente scandaloso è pretendere che per educare i bravi cittadini del domani li si faccia credere che la politica non esiste o che gli educatori non hanno opinioni politiche. È una idea molto in linea con tutte le altre del Pdl, che vorrebbe sempre e comunque cittadini zitti e buoni, senza opinione e che facciano assetticamente il proprio mestiere lasciando la politica ai politici di professione. Un orribile utopia huxleyana tra il tecnocratico e il fascista che segue perfettamente il modello di nazione-azienda del Presidente Berlusconi. Per fortuna non è così. Gli educatori hanno non solo il diritto ma il dovere di esporre le proprie posizioni politiche ai propri allievi e far vedere che anche loro, educatori, sono cittadini impegnati nella loro società è un modello che si deve proporre agli studenti e educandi. proprio per coinvolgerli e incitarli a prendere parte anche loro alla vita politica. Per fortuna spero che i nostri magistrati (da politicizzati e “comunisti” che sono) avranno il buon senso di amndare al mittente le ridicole accuse totalitaristiche di Vignale contro Juvara e i docenti dello storico Liceo D’Azeglio, ai quali esprimo da qui tutta la mia solidarietà e simpatia.
Genitore 20 Marzo 2011 il 10:14
Mi rallegro dell’intervento del Consigliere che da acqua al mulino del Preside: facciamoli tacere tutti, preside e docenti. Eh sì, si comincia proprio così…
Guillermo Carrascón Garrido 20 Marzo 2011 il 22:08
Comunque, aggiungo, dopo aver riletto con ammirazione e tanta paura quel discorso in cui Calamandrei difendeva con una intelligenza straordinaria quel patrimonio culturale italiano che è la scuola pubblica, solo in mala fede si può dire che “riproporre questo discorso, accentuandone i toni e sottolineandone altri, sia un vero e proprio tentativo di strumentalizzazione politica che nulla ha a che vedere con i compiti di un istituto superiore.” L’unica strumentalizzazione politica è quella di Vignale contro il preside del D’Azeglio. Questi non ha fatto altro che trovare una profezia scritta da un uomo onesto e saggio più di 60 anni fa, nella quale si descrive esattamente quello che in Italia sta succedendo oggi e riproporla per il suo valore storico e per la sua proposta civica a studenti che sono perfettamente in grado di analizzarla criticamente e farsi la propria opinione. Quello si chiama educare. Anche se Vignale cerca di negarlo, in linea con un partito che in effetti sta portando oggi a termine la distruzione della scuola pubblica che Calamandrei paventava tanti anni fa, esattamente con i mezzi e le modalità indicati dal padre costituente italiano.