Gibelli: federalismo è connotazione identitaria
“Con la riforma federalista troveranno risposta le parole di Cattaneo che in maniera profetica già 150 anni fa denunciava il male del centralismo che oggi ci concede di usare una metafora: meglio andare d’accordo in dieci case distinte che litigiosi in una casa sola”. Lo ha detto il vicepresidente della Regione Lombardia Andrea Gibelli tornando sul tema del federalismo legato alle celebrazioni per i 150 anni dell’unità della Repubblica Italiana.
“Questa crisi economica – ha spiegato Gibelli – ha ampliato ancora di più lo strappo tra le regioni del Nord che vogliono andare da sole e quelle del Sud che rimangono attaccate all’assistenzialismo di Stato e che sono fuori anche da molti parametri economici e sociali richiesti dalla Comunità Europea. A chi oggi chiede una nuova unione nazionale di stampo federalista, si risponde che il nostro modello, pur partendo dal federalismo fiscale, non si basa esclusivamente su criteri di ripartizione squisitamente economici ma anche su una forte
connotazione identitaria”.
“Oggi anche la sinistra – ha proseguito Gibelli – si iscrive all’albo della retorica politica, ma ricordo che in passato molti autorevoli esponenti dell’ex partito comunista consideravano il fascismo come l’ideale continuazione di alcuni principi risorgimentali”.
“Oggi – ha concluso Gibelli – non è necessario cancellare il passato ma bisogna valutarlo da più punti di vista, anche in senso critico, cosa che consentirebbe di fare emergere verità utili a una comprensione della storia fatta da gente con tradizione diverse spesso mortificate. Dietro la critica al localismo si nasconde la linfa vitale di un Paese che nel federalismo mi auguro recuperi molta delle proprie identità perdute sia a Nord sia al Sud del Paese”.