Luca Zaia, l’Afghanistan non può diventare il nostro Vietnam, riportiamo a casa i nostri ragazzi
In ogni vicenda c’è un inizio, ma deve esserci anche una fine. Ciò vale anche per la missione di pace in Afghanistan che si sta trasformando per il nostro Paese in un nuovo, tragico Vietnam. Il cordoglio per il lutto, lo strazio delle famiglie, la cappa di dolore che stringe l’Italia e la nostra Regione, sede del 7° Reggimento Alpini non possono non indurre a riflessioni da cui discendano scelte operative. Esistono accordi internazionali che certo vanno rispettati, esiste un sentimento forte che deve unire il nostro Paese ai soldati che laggiù rischiano la vita. Ma deve anche sopravvenire una scelta di priorità, affinché una missione di pace sia per la costruzione di un Paese e non per il sacrificio dei nostri giovani. Credo che sia venuto il tempo in cui il Parlamento ed il Governo, assieme e senza divisioni di parte o nominalistiche, tornino a ragionare sulla necessità di riportare a casa i nostri ragazzi. Potrebbe essere un percorso analogo a quella exit strategy proposta da Obama per l’Iraq.