Economia. Crisi di fiducia di banche, imprese, cittadini. Ma ce la possiamo fare
Sintesi del Rapporto di Banca d’ Italia sull’ economia lombarda 2009 raffrontata all’ economia nazionale. Colombo Clerici: ”Occorre urgentemente porre in essere misure di incentivazione degli investimenti in Italia e deterrenti per la delocalizzazione”. Preoccupazione: in una parola, lo stato d’ animo della Banca d’ Italia espresso dal direttore della sede di Milano Salvatore Messina nel Rapporto ‘‘L’ economia della Lombardia nell’ anno 2009”. Anche se gli indicatori più recenti colgono piccoli, incoraggianti segnali di miglioramento, la congiuntura è dominata dalla debolezza della ripresa cui si sommano i rischi di nuovi fattori di crisi.
Esaminati i dati – che concordano perfettamente con quelli elaborati nel settore di competenza – il presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici, dichiara: ”La combinazione dei due indicatori – le famiglie spendono di meno e nonostante ciò risparmiano di meno – ci dice che abbiamo imboccato la fase due della crisi economica, una sorta di spirale in cui si rincorrono riduzione dei consumi e contrazione della produzione, con correlativa riduzione dei posti di lavoro e perdita della capacità di spesa delle famiglie.
La delocalizzazione delle attività produttive primarie è un fattore che gioca un ruolo assai importante in questa dinamica. Occorre urgentemente porre in essere misure di incentivazione per un verso e deterrenti, per altro verso, in grado di contenere il fenomeno in atto sul piano domestico, e di promuovere investimenti di capitale nel nostro Paese.
In questa logica l’ efficacia della politica dei grandi appalti (pubblici e privati) nel campo dell’ edilizia ha una portata limitata. Il settore immobiliare ha bisogno di un capillare sistema di incentivi che va dal potenziamento dell’ operatività dei mutui, alla cedolare secca sugli affitti, dall’ alleggerimento dell’ Iva a carico delle persone fisiche sulle opere edilizie private non agevolate, alla abolizione dell’ imposta sulle successioni tra discendenti diretti e tra coniugi e, per realizzare un primo passo effettivo verso il federalismo, all’ Ici che va resa detraibile dalle imposte dirette”.
Eccoli, questi dati. Il Pil lombardo è calato del 5,3% (il calo più consistente a memoria di statistica) più della media nazionale, dopo essere peggiorato di circa un punto l’ anno precedente. Le esportazioni lombarde sono scese del 21%, ma nel primo trimestre 2010 la produzione industriale è aumentata del 3,1% con oltre la metà delle imprese che prevedono un’ espansione del fatturato.
Il ciclo immobiliare si è ulteriormente indebolito: costruzioni -5,3% (Italia -6,7%), compravendite -14,1% (Italia -11,3%). Il tasso di disoccupazione si è portato al 6,9% (elaborazione che comprende anche i cassaintegrati), sopportato quasi totalmente dai giovani dai 15 ai 34 anni. Ad una contrazione dei prestiti del 5,4% al settore produttivo corrisponde un finanziamento alle famiglie di +3,1%.
Tradotto, significa che le famiglie, prevalentemente per sostenere i figli disoccupati, si indebitano sempre di più, e cala, di conseguenza, la percentuale di risparmio da parte delle famiglie stesse. La qualità dei prestiti, inoltre, si è deteriorata, con flussi di sofferenze in rapido aumento. Le conclusioni, poco allegre, del Rapporto: crisi di fiducia, che coinvolge le banche, le imprese, i cittadini. Non manca un cenno di speranza: ce la possiamo fare anche questa volta se saremo consapevoli delle debolezze da superare e se riusciremo ad attivare tutte le forze, ragguardevoli, che abbiamo.
Benito Sicchiero