Luca Zaia. 2 Giugno. Il centralismo è il motore di uno Stato ingiusto
Il 2 giugno del 1946 il popolo italiano sceglieva la repubblica al posto della monarchia. Quel che voleva era una democrazia compiuta e dal basso. Anche la Costituzione interpretava questo sentimento e questa volontà, e in alcuni articoli fondamentali indicava la direzione per un’ Italia democratica in uno Stato federale. Così non fu. Per più di sessant’ anni, lo spirito di Einaudi, di Spinelli e di Sturzo è stato censurato. Ma oggi, nonostante le resistenze, nonostante i corporativismi, nonostante le difese di privilegi, siamo a un passo dal raggiungere l’ obiettivo di una democrazia compiuta. Deve essere il popolo a governare, non l’ élite, a cui vanno imputati i ritardi e le contraddizioni di un sistema che continua a privilegiare i vizi e gli sprechi e a penalizzare i territori e le amministrazioni virtuosi.
Stiamo dalla parte del Presidente Napolitano, interprete di questo passaggio di cui il federalismo è motore centripeto. Ad aggredire l’ unità della Nazione sono invece coloro che non riescono mai a presentare bilanci in regola, e che qualche volta non presentano nemmeno i bilanci. A loro va anche parte della responsabilità di questo momento così difficile per le persone, per le famiglie e per le aziende. La nostra volontà è portare nell’ unità i semi di un’ Italia diversa e, finalmente, più giusta. Questo è il senso autentico del 2 giugno per molta parte di questo Paese.