Caso Rai – Agcom. Scontro Alfano e Csm. Sempre più aspro lo scontro sull’ ispezione alla procura di Trani, che ha messo sotto inchiesta il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi. Il Comitato di presidenza del Csm ha dato il via libera alla pratica chiesta dalla maggioranza dei consiglieri per verificare se il mandato degli ispettori possa interferire nell’ inchiesta della procura pugliese.
Durissima la reazione del ministro, che già aveva ammonito il Csm (”non faccia politica ma risolva i problemi della giustizi”) e che parla di ”un’ ovvia valenza politica” dell’ inchiesta di Trani: ”L’ iniziativa del Csm è quanto di più grave si sia mai visto da parte di questo organismo ed è un comportamento inaccettabile che viola la Costituzione e vulnera il sistema democratico della divisione dei poteri”.
”Anzichè aprire una pratica per controllare perchè presso un ufficio giudiziario vi sia stata una gravissima violazione del segreto d’ indagine, anziché verificare come e perché il Presidente del Consiglio, ministri e parlamentari siano stati intercettati e le telefonate anzichè distrutte siano state messe a disposizione dei giornalisti, anziché investigare su come sia possibile che la competenza territoriale di questi fatti sia ancora oggi mantenuta a Trani in palese violazione di legge, anziché verificare come sia possibile che un’ accusa sortisca contro il Presidente del Consiglio a pochi giorni dalle elezioni, il CSM, travalicando i propri poteri apre una pratica che, all’ evidenza, tende a comprimere l’ attività degli ispettori”.
”Un comportamento a dir poco preoccupante e che dimostra la volontà di certa magistratura di voler evitare che si faccia luce sulle patologie di inchieste che hanno una chiara ed ovvia valenza politica”.
E Berlusconi vede l’ inchiesta di Trani come l’ ultimo di una serie di attacchi ad orologeria, avvenuto in violazione della competenza territoriale e dell’ intero codice di procedura. ”La vicenda della procura che controlla il presidente del Consiglio che parla al telefono è un grave segno di una libertà mutilata ed offesa – dice -. Ci sono magistrati che spendono denaro dei contribuenti per costose intercettazioni a tappeto per cercare ipotesi di reato su cose che il premier dice da mesi sia in privato che in pubblico”.
andrea 18 Marzo 2010 il 21:54
un articolo interessante