Decalogo delle richieste WWF per l’ ambiente ai candidati alle Regioni. Quanto “pesa” il fattore A di ambiente nelle politiche dei futuri governatori regionali? Lo chiede il WWF Italia che in tutte le sezioni regionali vede l’ associazione al lavoro per presentare nelle 13 regioni che vanno al voto le proprie proposte ai candidati governatori degli opposti schieramenti sulle emergenze ambientali e sul ruolo che le Regioni possono svolgere per fare in modo che nella nuova legislatura ci siano segnali chiari di un impegno concreto in difesa dell’ ambiente, del paesaggio, del territorio.
“Mai come in questo momento di ripetute crisi ambientali è fondamentale il ruolo delle Regioni – ha dichiarato Stefano Leoni, Presidente del WWF Italia – Eppure c’ è ancora una sproporzione tra le competenze attribuite alle Regioni in materia ambientale e le risorse messe a disposizione. Infatti queste spendono oggi per l’ ambiente in media 75 euro l’ anno pro capite, una cifra che complessivamente è pari a solo lo 0,31 per cento del PIL (poco più di 2,4 miliardi di euro: il 64% destinato alla difesa dell’ ambiente, il 36% a gestire le risorse naturali, fonte ISTAT).
Eppure il Titolo V della Costituzione, pur riservando la tutela dell’ ambiente alla competenza esclusiva dello Stato, vede un importante ruolo delle Regioni nella materia concorrente del governo del territorio, tutela del paesaggio, gestione delle aree protette regionali e della Rete Natura 2000, oltre che in settori economici tradizionali, quali quelli industriale, agricolo e turistico. Il nostro appello, lanciato proprio nell’ Anno della Biodiversità è di investire nella difesa della natura, ripartendo da un tema che accomuna tutti i cittadini, perché salvare l’ ambiente vuol dire tutela della salute, investimenti per lanciare seriamente la green – economy, futuro garantito alle nuove generazioni”.
Dalle richieste specifiche emergono 10 priorità comuni a tutte le Regioni, su cui il WWF chiede precisi impegni
1.tutelare la ricchezza naturale delle regioni, predisponendo Piani d’ azione regionali e inserendo la tutela della biodiversità nella pianificazione territoriale e nei programmi operativi economico – finanziari;
2. perseguire l’ Obiettivo: consumo del suolo “zero”, prevedendo che i nuovi piani paesistici contengano obiettivi chiari e misurabili di riduzione progressiva e significativa del consumo del suolo (favorito da interventi estemporanei, da abbandonare, come il c.d. Piano Casa);
3. pianificare per prevenire il dissesto idrogeologico, adottando Piani di tutela delle acque in linea con l’ Europa che facciano decollare la gestione dei Distretti idrografici per contrastare il rischio idrogeologico e conseguire il traguardo del “buono stato ecologico di laghi e fiumi”;
4. far respirare i territori assediati dal traffico, inserendo nei Piani regionali dei trasporti obiettivi espliciti di riduzione delle emissioni di Co2, di rientro nei limiti per l’ inquinamento dell’ aria (in particolare per quanto riguarda NO2 e di PM10) e di riduzione del rumore e non prevedendo la costruzione di nuove autostrade;
5. predisporre l’ alternativa al nucleare, adeguando i Piani energetici regionali ai nuovi obiettivi internazionali di riduzione dei gas serra (-30% entro il 2020 e -80% entro il 2050, rispetto ai livelli del 1990) attraverso il risparmio, l’ efficienza energetica e le fonti rinnovabili e contrastando qualsiasi realizzazione / riconversione di impianti a carbone, nonché la costruzione di centrali nucleari, assolutamente inutili, dannose ed economicamente insostenibili;
6. contribuire alla lotta sui cambiamenti climatici, elaborando Piani strategici regionali che fissino obiettivi per la riduzione di Co2 in tutti i settori (in particolare quelli non sottoposti all’ emission trading: trasporti, settore civile, agricoltura) e linee d’ azione per l’ adattamento ai cambiamenti climatici;
7. premiare chi riduce i rifiuti, redigendo i Programmi di prevenzione dei rifiuti richiesti dalla Commissione Europea e perseguendo l’ obiettivo di riduzione dei rifiuti, anche sollecitando i Comuni ad usare virtuosamente la leva fiscale con il passaggio dalle tasse attuali a tariffe premianti per chi adotta comportamenti virtuosi;
8. consolidare la rete delle aree protette, sviluppando una rete di aree protette, collegate alla Rete Natura 2000 (tutelata dall’ Europa) basata sull’ efficienza e l’ efficacia degli interventi programmati e pianificati;
9. contrastare la caccia selvaggia, non promuovendo modifiche peggiorative alla legge quadro sulla caccia (come stabilito dalla Conferenza delle Regioni), contenendo la pressione venatoria e non derogando dall’ elenco delle specie cacciabili stabilito dall’ Europa;
10. educare all’ ambiente, rafforzando il Sistema INFEA (Informazione, Formazione, Educazione Ambientale) e integrandolo con le attività educative delle scuole e le attività di formazione.