Il caso Di Girolamo. Il Gip: rischio di fuga

di isayblog4 47 views0

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Secondo il Gip “nel gennaio 2008, di fronte alla previsione di nuove imminenti elezioni politiche, Gennaro Mokbel mette in moto una vera e propria organizzazione che riesce in brevissimo tempo a costruire e rendere vincente la candidatura al Senato dell’ avvocato Di Girolamo, da sempre organico all’ associazione criminale per cui si procede. Che si sia trattato della candidatura e della possibilità di ingresso nel mondo delle istituzioni pubbliche dell’ intero gruppo criminale facente capo a Mokbel non della candidatura della singola persona Di Girolamo Nicola Paolo, emerge incontestabilmente dallo stesso tenore letterale di numerosissime conversazioni che intervengono tra il candidato e Mokbel Gennaro o tra questi ed altri soggetti. Ciò che ricorre sempre è la piena consapevolezza in tutti i sodali coinvolti nella costruzione della candidatura e nella successiva campagna elettorale che si tratta della candidatura al Senato del gruppo e che il Di Girolamo costituisce solo lo strumento per consentire all’ intero gruppo di fare ingresso dalla porta principale nelle istituzioni dello Stato.

Scrive ancora il Gip: “Di contenuto inequivocabile sono alcune delle conversazioni in cui il Mokbel rimprovera aspramente il Di Girolamo per le condotte sbagliate da lui tenute in qualche occasione, ricordandogli che non conta nulla, che si sarebbe montato la testa e che sarebbe malato di senatorite, ed altrettanto chiare ed esplicite sono le risposte del Di Girolamo in alcune conversazioni in cui ammette espressamente che lui è espressione del gruppo ed è pronto a tirarsi fuori se lo chiedono”. Di Girolamo si difende dalle accuse: “Non ho mai avuto contatti nè con la mafia nè con la ‘ndrangheta nè con la camorra.
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