Proprio nel giorno in cui Massimo Ciancimino lancia accuse pesanti nei confronti di Forza Italia, si torna a parlare di immunità parlamentare. Il vice – presidente del Csm Nicola Mancino e il democratico Luciano Violante mandano segnali di apertura al centrodestra, mentre il Pd reagisce con una certa freddezza e il centrodestra boccia la proposta della finiana Giulia Bongiorno: una immunità per i parlamentari limitata ai fatti compiuti durante il mandato.
Il vice – presidente del Csm Mancino si dice favorevole ad una forma di immunità senza fare distinzione tra reati commessi prima o dopo l’ elezione: “Se si decide di introdurre una norma a tutela della funzione, non vedo come si possa fare la differenza tra reati commessi prima di essere eletti e reati commessi nell’ esercizio della funzione parlamentare”. Di rimando Giorgio Stracquadanio: “Se si tratta di reati compiuti nell’ esercizio delle funzioni di ministro, esiste un tribunale dei ministri. Ma qui stiamo parlando di un altro problema: il problema è che una parte della magistratura, che è politicizzata, cerca scuse per perseguire chi è investito della sovranità popolare”.
Il Pd non commenta. Il tema dell’ immunità è tabù in campagna elettorale. Antonio Di Pietro ribatte all’ ipotesi avanzata da Mancino: “Io non voglio mettermi a discutere della buona fede di Mancino, anzi per essere chiari credo nella sua buona fede. Però credo anche che l’ immunità ex articolo 68 così com’ era una volta porta all’ impunità. Dissento rispettosamente dalle posizioni di Mancino”. Ma il vice – presidente del Csm precisa: “Io non propongo l’ impunità, perché nella mia proposta ci sono parecchi paletti”.
Il dibattito si svolge proprio nel giorno in cui Massimo Ciancimino muove nuove accuse di collusioni con la mafia. Accuse alle quali il ministro Angelino Alfano reagisce seccamente: “È in corso un tentativo di delegittimare il governo”. Su Ciancimino il responsabile del forum giustizia Andrea Orlando dice: “Lasciamo lavorare la magistratura, che saprà discernere nelle dichiarazioni di Ciancimino e restituirci un quadro certo su uno dei momenti più difficili e opachi della nostra storia recente”. E sempre sul tema della giustizia aggiunge: “Mentre chiudono le fabbriche le Camere lavorano solo per salvare Berlusconi. Se la maggioranza vuole affrontare seriamente il tema delle riforme, anche quelle costituzionali necessarie a modernizzare il Paese, sgomberi il tavolo da questi espedienti e non confonda i problemi della giustizia con quelli di Berlusconi”.