“La posizione della giunta Galan mi sembra un arretramento rispetto a un comune sentire che va diffondendosi e che considera l’ atomo una scelta fuori tempo”. Così Roberto Soldà, vicepresidente dell’ Italia dei Diritti, ha espresso la sua opinione contraria alla decisione dell’ esecutivo regionale veneto di sposare la politica energetica del governo Berlusconi, favorevole ad un ritorno al nucleare.
Nel corso della Conferenza delle Regioni, riunita in seduta plenaria a Roma, l’ assessore Flavio Silvestrini, a nome del governatore, ha votato in dissenso insieme a Lombardia e Friuli, ritenendo di non avere pregiudizi rispetto a questa tecnologia.
“Il futuro fa rima con le energie rinnovabili – ha poi aggiunto l’ esponente del movimento guidato da Antonello De Pierro – e infatti in tutti i paesi più avanzati sono oggetto di rilancio. Pensiamo ai passi da gigante che hanno fatto in questo senso alcune nazioni che hanno un bassissimo tasso di insolazione e che tuttavia hanno investito sul fotovoltaico in modo massiccio e convinto. In Italia, dove abbiamo sole e vento in abbondanza, si ripropone di ritornare ad un sistema che ha un impatto sul territorio e sulla salute delle persone assai discutibile.
Penso al problema delle scorie e alla pericolosità delle radiazioni, penso a Chernobyl e al referendum promosso dai Verdi a metà anni Ottanta e che ha portato al decommissionamento di molti impianti. Ma evidentemente in giro ci sono troppi fedeli scudieri e sudditi di chi dall’ alto propone soluzioni contrarie agli interessi dei cittadini”.
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