La recente presa di posizione di Assonime – l’ Associazione fra le società italiane per azioni – dimostra una volta di più quanto sia ormai unanimemente condivisa l’ esigenza di introdurre in Italia la cedolare secca sugli affitti. È quanto sottolineano APPC, ASPPI, CONFEDILIZIA e UNIONCASA, le Organizzazioni – cioè – che rappresentano il mondo immobiliare, nelle sue componenti tanto dei piccoli proprietari di casa come degli investitori istituzionali.
Secondo Assonime, “esigenze di neutralità richiederebbero di assoggettare tutte le attività patrimoniali, incluso l’ investimento immobiliare, ad un regime impositivo analogo a quello previsto per l’ investimento finanziario“, che la stessa organizzazione individua in un’ aliquota del 18 – 20 per cento. Con ciò rendendo meno punitiva la tassazione di tali redditi, attualmente eccessivamente elevata.
APPC, ASPPI, CONFEDILIZIA e UNIONCASA, nel condividere la presa di posizione di Assonime, tornano a rimarcare i positivi effetti che l’ introduzione della cedolare secca sugli affitti avrebbe in termini di emersione dei contratti irregolari, di minore pressione sul mercato della compravendita, di stimolo per la ristrutturazione e la immissione sul mercato locativo di una parte del patrimonio edilizio oggi non utilizzata, con innegabili benefìci sul piano della crescita delle occasioni di impresa e di lavoro.
Le esigenze di rilancio dell’ affitto – concludono le organizzazioni della proprietà immobiliare – pongono Governo e Parlamento dinanzi all’ esigenza di dare finalmente seguito ad un impegno assunto nei programmi elettorali delle forze sia di maggioranza sia di opposizione. Ritardare ulteriormente questa scelta non farebbe che aggravare una situazione già insostenibile.