Martedì scorso c’ è stata una cerimonia ufficiale in occasione della posa della prima pietra del Memoriale della Shoah.
All’ evento hanno preso parte autorità ebraiche e della politica italiana, fra cui il Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah (nonché Direttore del quotidiano Il Corriere della Sera) Ferruccio De Bortoli, l’ Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato Mauro Moretti, il Sindaco di Milano Letizia Moratti, il Presidente della Provincia di Milano Guido Podestà, il Presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, il Presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Roma Giovanni Maria Flick, noto ai cittadini italiani, tra l’ altro, per essere Presidente Emerito della Corte Costituzionale, nonché, in rappresentanza degli ex deportati, la milanese Liliana Segre.
Il progetto (tempo previsto dei lavori dodici mesi), nato alcuni anni fa, da una iniziativa congiunta dell’ Associazione Figli della Shoah e Comunità di Sant’ Egidio ha avuto la luce, di fatto, nel 2007, quando viene siglato un accordo con le Ferrovie dello Stato per la cessione degli spazi sottostanti la stazione centrale, area tristemente nota per la comunità ebraica in quanto da questi angusti spazi (il Binario 21, sconosciuto ai più, che aveva, in origine, la funzione di essere utilizzato come centro smistamento postale) partirono, nell’ inverno del 1944, i treni diretti ai campi di concentramento.
Il progetto esecutivo dell’ Architetto Guido Morpurgo, reso possibile grazie anche al contributo di sponsor privati (Europa Risorse e Esselunga), in estrema sintesi, si snoda su tre livelli (mq 7.000 circa fra piano seminterrato, terreno e rialzato) e prevede, tra l’ altro, una biblioteca, un laboratorio della memoria, un luogo di riflessione, il memoriale, il muro dei nomi dei deportati e un auditorium, oltre a un piccolo bar e a un bookshop.
Fra gli interventi dei presenti molto toccante la testimonianza di una delle poche sopravvissute italiane all’ Olocausto, la giovane (di testa, indubbiamente) quasi ottantenne Liliana Segre, la quale ha raccontato ai presenti di come il buio di allora era interrotto da alcuni fari che, posizionati in posizioni strategiche, avevano lo scopo di far sì che seicentocinque ebrei, all’ alba del 30 gennaio 1944 salissero frettolosamente sul treno per venire poi, dopo una settimana di viaggio, essere praticamente sterminati (circa 500 passeggeri non superarono la prima selezione appena arrivati ad Auschwitz e solamente in venti ritornarono a casa).
Fra le autorità politiche, ci limitiamo a segnalare alcuni passi dei discorsi ufficiali, fra i quali quello del Presidente della Regione Formigoni, il quale ha evidenziato come “la posa della prima pietra di questo Memoriale è il simbolo della nostra volontà di costruire e di tener viva questa memoria”; quello del Sindaco di Milano Letizia Moratti che, invece, ha dichiarato come “quello che fu il luogo del dolore, della persecuzione e della vergogna, diventerà un luogo di conoscenza, di dialogo fra le culture, di civiltà; un luogo per ricordare e insieme un luogo per confrontarsi, studiare e approfondire”. Citiamo, inoltre, il passaggio del Presidente della Provincia Guido Podestà, il quale si è soffermato sulla importanza di “un luogo della memoria per confrontarsi, riflettere e anche capire come contrastare gli atti di vandalismo e le forme di inciviltà e di umanità che possono ancora riaffiorare dal passato”.
Chiudiamo, infine, citando le parole dello scrittore Primo Levi, scritto ricordato dal Presidente Flick nel suo intervento, che oltre vent’ anni fa scriveva che spaventa il pensiero di quanto possa accadere fra una ventina d’ anni, quando tutti i testimoni saranno spariti. Allora, i falsari avranno via libera, potranno affermare o negare qualsiasi cosa.
Anna Sara Balloni – Kevin John Carones