Il presidente del Senato, Schifani, rievoca la figura di Craxi in una cerimonia nella biblioteca della Camera Alta e definisce Bettino Craxi “agnello sacrificale” di Tangentopoli. Di fronte a lui il Presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, i sottosegretari alla Presidenza del Consiglio, Gianni Letta e Paolo Bonaiuti, i ministri Franco Frattini, Maurizio Sacconi Ferruccio Fazio, Sandro Bondi, Raffaele Fitto e Renato Brunetta, i figli Bobo e Stefania, i direttori di Tg1 e Tg5 Augusto Minzolini e Clemente Mimun.
Dice ancora Schifani: “La crisi degli anni di Tangentopoli vide offerta, da un ceto politico intimorito ed esausto, come vittima sacrificale, la figura dello statista Craxi. Per Craxi non ci furono sconti. Ha pagato più di ogni altro colpe che erano di un intero sistema politico dell’ epoca». Daniele Capezzone, portavoce del Pdl: “Craxi fu un gigante, e così sarà ricordato, mentre Di Pietro è e resta uno gnomo”.
Paolo Bonaiuti, sottosegretario alla presidenza del Consiglio: “Craxi ha lasciato una grande eredità politica, perchè era un innovatore. Ha pagato un prezzo altissimo, perchè la sua vittoria, sanzionata dal crollo del muro di Berlino e dal crollo del comunismo, è stata ripagata con una sconfitta giudiziaria”.
Di Pietro controbatte infuriato: “In questo momento non si sta dando una lettura più serena di quegli anni, ma più falsa e più distorta. Verso Craxi ci fu atteggiamento senza eguali? Certo, nel senso che ci fu un atteggiamento senza eguali da parte del crimine che ha commesso e che ha lasciato commettere, e che nella prima Repubblica molte persone commettevano”.