“Le aflatossine, presenti nella frutta secca, sono assolutamente note per le loro proprietà genotossiche e cancerogene, per questo è necessario mantenere il più possibile bassa la soglia consentita in questi alimenti”. Questo l’ appello che Legambiente e del Movimento Difesa del Cittadino rivolgono al Parlamento Europeo circa la proposta avanzata dalla Commissione Europea sull’ innalzamento dei limiti consentiti di aflatossine nella frutta secca. La UE, infatti, richiede il raddoppio della soglia consentita di tossine nella frutta secca.
La richiesta sarà sicuramente accettata oggi dal Comitato dei Rappresentanti dei 27 Stati dell’ Unione Europea che deciderà se allineare la legge comunitaria a quella del Codex Alimentarius, secondo cui è consentito un livello massimo di 10 µg / kg di aflatossine totali nelle mandorle, nelle nocciole e nei pistacchi pronti al consumo, superando il livello attualmente in vigore nell’ UE (4 µg / kg di aflatossine totali). Il via libera definitivo al raddoppio spetterà al Parlamento Europeo, che dovrebbe pronunciarsi nei prossimi tre mesi.
Nel 2007 l’ Efsa, l’ Autorità europea per la sicurezza alimentare, aveva affermato la necessità di mantenere bassa l’ esposizione alle aflatossine da fonti alimentari per tutelare la salute pubblica, una posizione che oggi ha scelto di modificare, appoggiando invece la proposta della Commissione Europea.
Eppure la pericolosità delle aflatossine non cambia, né è diminuita la sua diffusione nei prodotti alimentari, soprattutto per prodotti come la frutta secca. Lo confermano i dati di Italia a tavola 2009, il rapporto sulla sicurezza alimentare del Movimento Difesa del Cittadino e Legambiente: secondo il sistema di allerta comunitario sono le micotossine (785) i contaminanti principalmente riscontrati nella frutta secca. Si tratta soprattutto di aflatossine (782), seguite da problematiche microbiologiche.
Dei 785 prodotti della categoria frutta secca, notificati per micotossine, 200 sono originari della Turchia, 167 della Cina, 164 dell’ Iran e 69 degli Usa.
“Come sempre l’ Efsa torna indietro sulle sue posizioni per scegliere l’ ipotesi meno garantista per il consumatore – ha dichiarato Francesco Ferrante, responsabile agricoltura di Legambiente. Questa volta è andata addirittura in contrasto con la posizione dell’ Istituto Superiore di Sanità che, ad oggi, ha dichiarato nocivo per la salute l’ innalzamento dei limiti di queste sostanze. È necessario dunque che si proceda al più presto nel riformare l’ agenzia per la sicurezza alimentare con una diversa modalità di gestione. Solo così sarà possibile tutelare realmente la salute alimentare dei cittadini”.
“Sebbene l’ esposizione alle tossine derivante dalla frutta secca sia minima che senso ha prendere un provvedimento contro la tutela della salute dei cittadini? – ha dichiarato Silvia Biasotto, responsabile Sicurezza Alimentare del Movimento Difesa del Cittadino – Probabilmente le esigenze commerciali superano quelle di salute pubblica: paesi esportatori di frutta a guscio, come la Turchia, hanno infatti chiesto l’ innalzamento dei limiti consentiti”.
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