News. Negozi storici sostituiti a Milano: buonuscite distorcenti

di isayblog4 33 views0

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Dichiarazione del presidente di Assoedilizia e vice presidente di Confedilizia Achille Colombo Clerici al Giornale del 5 / 1 / 2010:

“Nella nostra città i negozi storici sono gradatamente sostituiti da attività commerciali più competitive sul piano economico. Per comprendere ciò che sta accadendo, al fine di disporre eventuali correttivi, occorre avere presenti ed indagare a fondo i meccanismi e le dinamiche socio – economiche che danno luogo al fenomeno.

Sono in ballo due interessi preminenti:

-A) quello degli esercenti le attività; che si trovano di fronte al dilemma di
accettare buonuscite milionarie in euro (non previste da alcuna legge, ma che sono di prassi diffusissima nel settore) e di andarsene piantando baracca e burattini ovvero di tirare a campare continuando attività spesse volte antieconomiche e gravate di imposte ed oneri gravosissimi.

-B) quello dei proprietari locatori dell’ immobile che non devono e non possono subire vincoli autoritativi preordinati al mantenimento di attività che, se non sono convenienti per chi già le esercita, non si capisce come possano risultare tali per chi eventualmente subentra nella loro gestione.

Invero, non c’ è attività commerciale diseconomica che possa esser mantenuta in vita per decreto. Il problema della sopravvivenza dei negozi storici, nasce soprattutto dal distorcente fenomeno delle buonuscite; cioè quei versamenti plurimilionari che intervengono o per compensare il commerciante che lascia liberi locali particolarmente appetiti sul piano dell’ immagine o dell’indirizzo griffato; ovvero all’ atto della cessione del contratto di locazione insieme all’ azienda o al ramo d’ azienda e che incidono pesantissimamente, per anni ed anni, come una vera ipoteca, sulla gestione economica dell’ azienda stessa cessionaria che prosegue nell’ attività. Un vero e proprio doppio dell’ affitto. Altro che affitti commerciali cari!

Meccanismo di buonuscita al quale peraltro il proprietario locatore è completamente estraneo. Gli affitti commerciali, è bene ricordarlo, sono protetti da meccanismi legislativi volti ad impedirne il rincaro alla scadenza contrattuale. In sede di rinnovo del contratto, dopo dodici anni di vigenza, i canoni possono sì essere aumentati; ma, se l’ esercente non accetta, il proprietario gli deve un anno e mezzo del canone pattuito a titolo di indennità di avviamento.

Mentre l’ offerta della buonuscita (peraltro soggetta ad un trattamento fiscale vantaggioso, per non dire dei casi di versamenti ufficiosi) a chi esercita un’ attività commerciale, laboriosa e soggetta ad oneri amministrativi e tributari gravosi, da parte di operatori che spesso mirano ad acquisire punti commerciali strategici (indirizzi griffati) ai fini di un ritorno di immagine che surroghi la credibilità e l’ attrattività storica tanto premianti in certi settori; l’ offerta di buonuscita, dicevamo, è in grado di minare qualsiasi resistenza e qualsiasi ragione affettiva di chi gestisce antiche attività, pur ricche di fascino e di tradizioni.

Dunque è sul meccanismo distorcente delle buonuscite che occorre incidere in prima istanza per impedire cessazioni di attività e trasformazioni di beni aziendali commerciali (anche aventi valore di beni culturali)“.

Comunicazione Assoedilizia
http://www.assoedilizia.com

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