La Finanziaria 2010 ha abolito il contributo fisso (pari a 103,30 euro) finora previsto per queste materie indipendentemente dal valore della causa, con ciò determinando l’ applicazione per esse degli ordinari contributi per scaglioni di valore (fino ad un massimo di 1.110 euro).
Da quest’ anno si aggravano le spese giudiziarie per le cause sia d’ impugnativa di delibere condominiali sia di locazione (esclusi i procedimenti speciali). In molti casi più che triplicato il contributo dovuto per ottenere giustizia.
Lo segnala la Confedilizia, sottolineando i riflessi di carattere sociale che tali aumenti comportano in due materie delicate che toccano da vicino le famiglie.
Nei giudizi d’ impugnazione delle delibere condominiali in cui non si contesti la legittimità di una certa spesa deliberata dall’ assemblea (per es., la contestazione della nomina dell’ amministratore), si dovrà applicare il contributo nella misura di 340 euro, con un carico più che triplo per la proprietà. Qualora si tratti di contestare precise somme richieste dall’ amministrazione condominiale, l’ aggravamento di costi sarà comunque rilevante e determinato in relazione alla somma contestata.
Analogo discorso per le locazioni. Nei giudizi su questioni di valore indeterminabile – come quelli relativi ad obbligazioni che nascono dal contratto (per esempio, l’ uso dell’ immobile diverso da quello pattuito) – il costo delle cause sarà più che triplo (da 103,30 a 340 euro). Quando in contestazione siano precise somme dovute, l’ aggravio dei costi dipenderà dal valore della causa.
La Confedilizia confida che Governo e maggioranza possano rivedere – con un prossimo decreto – legge – una scelta che determina un onere pesante in due settori estremamente delicati e in un momento di crisi economica per i nuclei familiari.