Lo schema di decreto, che dovrà passare attraverso la conferenza Stato – Regioni e le commissioni parlamentari prima di tornare al Cdm, prevede una serie di benefici economici per gli enti locali interessati: si parte con un contributo di 3.000 euro a Mwh per il periodo della costruzione. Per un impianto Epr da 1.600 Mw (quello scelto al momento dall’ unico operatore presente, il consorzio Enel – Edf) si tratta di un bonus da 4,8 milioni di euro l’ anno, che verrà diviso per il 40% agli enti locali e per il 60% alle persone residenti ed alle imprese operanti, mediante riduzione della spesa energetica, della Tarsu, delle addizionali Irpef, Irpeg e dell’ Ici.
Oltre ad un beneficio da 0,4 euro per ogni MWh di elettricità prodotta e immessa in rete. Per lo stesso impianto a pieno regime, si tratta di una cifra superiore a 5,1 milioni di euro l’ anno. I benefici sono attribuiti per il 10% alle Province in cui è ubicato l’ impianto; per il 55% ai Comuni e per il 35% ai Comuni limitrofi, fino ad un massimo di 20 km dall’ impianto.
Lo schema di decreto specifica i criteri per l’ individuazione dei siti destinati ad ospitare gli impianti nucleari. E si riapre il confronto fra favorevoli e corrente del No – Nuke. In base al testo approvato dal Cdm serviranno molta acqua, poca sismicità, distanza da aree abitate e un posizionamento strategico per il sistema energetico e la rete elettrica nazionale. In sintesi, vanno individuate le macro – aree con i requisiti necessari per l’ energia atomica.