Il presidente del Consiglio, dal congresso del Ppe a Bonn, afferma che la sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici, ma “stiamo lavorando per cambiare la situazione anche attraverso la riforma della Costituzione”. E sulla Consulta esprime un giudizio severo: “La Corte si è trasformata da organo di garanzia in organo politico e abroga le leggi fatte dal Parlamento”.
Immediata la reazione di Gianfranco Fini: “È certamente vero che la sovranità appartiene al popolo, ma il Presidente del Consiglio non può dimenticare che esso la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indicano chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte costituzionale. È la ragione per la quale le parole di Silvio Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del Governo“.
Preoccupato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: “In relazione alle espressioni pronunciate dal presidente del Consiglio in una importante sede politica internazionale, di violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia volute dalla costituzione italiana, il presidente della Repubblica esprime profondo rammarico e preoccupazione». Nel comunicato di Napolitano si precisa che “il capo dello Stato continua a ritenere che, specie per poter affrontare delicati problemi di carattere istituzionale, l’ Italia abbia bisogno di quello spirito di leale collaborazione e di quell’ impegno di condivisione che pochi giorni fa il Senato ha concordemente auspicato.