Regione Lombardia sta affrontando la grande sfida dell’ umanizzazione delle cure da diversi anni. Qualità della cura infatti non significa soltanto garantire la massima efficienza e la massima appropriatezza clinica, ma rispondere alle esigenze del paziente e della sua famiglia. In altri termini, “prendersi cura dell’ ammalato e non esclusivamente della malattia”.
Intervenendo alla giornata di studio su La personalizzazione delle cure, organizzata nell’ ambito del Premio Sapio 2009 per la ricerca, il presidente Roberto Formigoni ha ribadito l’ impegno di Regione Lombardia in questo campo, ricordando in particolare il tema dell’ assistenza domiciliare che va considerata non come complemento, ma come elemento cruciale all’ interno del percorso terapeutico del malato.
“Molti studi clinici – ha detto Formigoni – hanno infatti spiegato come la permanenza a domicilio possa offrire un livello di assistenza medica pari a quella offerta dall’ hospice o dal ricovero ospedaliero, caratterizzandosi però al contempo per maggiore soddisfazione del paziente e qualità percepita dall’ assistenza. La Lombardia è una delle regioni che più sta investendo in modelli di cura innovativi a livello domiciliare, in alcuni casi con il supporto di strumenti di telemedicina, in linea con i Paesi più avanzati del mondo”.
Su questo fronte Regione Lombardia dal 2005 ha sviluppato un progetto di assistenza domiciliare, che ha portato nel 2009 all’autorizzazione di 32 strutture sanitarie regionali ad erogare questo servizio coinvolgendo ben 5.000 pazienti.
“Non è un caso – ha sottolineato il presidente – che la Joint Commission International, l’ ente statunitense che accredita le strutture sanitarie e ne accerta la qualità, ha assegnato a sette ospedali milanesi la prima certificazione a livello europeo per il progetto di assistenza domiciliare ai malati oncologici terminali“.
Affrontando il tema della ricerca biomedica – secondo grande sbocco della personalizzazione delle cure – Formigoni ha sottolineato come Regione Lombardia abbia identificato proprio questo settore fra quelli prioritari per la competitività del territorio, lanciando una politica di interventi mirata: metadistretto tecnologico con circa 80 imprese; il Progetto BioIniziativa, riconosciuto come best practice dalla Commissione Europea; due bandi da 8 e 4,8 milioni per progetti di innovazione tecnologica.
Tra i nuovi grandi progetti, il presidente ha citato la Città della Salute, il rilancio del centro ricerche di Nerviano, il parco scientifico internazionale CERBA, il Centro di Nanomedicina, progetto Made in Lombardy al 100% e Biocell Center. Da non dimenticare infine il tema dell’ internazionalizzazione che ha portato “ad un sistema di accordi di collaborazione a livello internazionale sia in ambito europeo sia in ambito extraeuropeo”.
“Con il Forum Mondiale delle Regioni, che abbiamo ospitato 10 giorni fa a Milano – ha sottolineato Formigoni – questi accordi si amplieranno e vedranno la Lombardia collaborare stabilmente con le regioni più innovative del mondo. È nata una piattaforma comune per la condivisione di competenze, conoscenze ed idee progettuali nel campo della Sanità che coinvolga le eccellenze delle Regioni invitate a livello di Università, Poli Ospedalieri, Centri di Ricerca, ricercatori, medici e studenti, imprese operanti nel settore sanitario e farmaceutico. In particolare abbiamo individuato come patologie prioritarie l’ oncologia, le patologie cardio – celebro – vascolari, le patologie croniche e l’ HIV“.
“È sulla formazione e la messa in rete della conoscenza – ha concluso Formigoni – che dobbiamo puntare, perché alla base dell’ innovazione ci sono le persone, i giovani e i giovani ricercatori in particolare”.