La recessione ha messo a nudo l’ inciviltà del liberismo selvaggio e dell’ assenza di etica del mercato, rivalutando i concetti di solidarietà e della morale negli affari
Solidarietà quale indice di civiltà: da questa intuizione di Guido Venosta è nata la Fondazione Europea Guido Venosta che ogni anno attribuisce il Premio Il Ponte a personalità o enti che abbiano realizzato fattivamente un passaggio di valori tra i mondi del profit e del non profit.
Il Premio 2009 è stato conferito:
Per la solidarietà al Cardinale Dionigi Tettamanzi, arcivescovo di Milano, che ha accolto per primo l’ invito del Cardinale Bagnasco affinché la Chiesa si facesse parte attiva contro la crisi economica e ha istituito un fondo di solidarietà per le famiglie, a sostegno di coloro che abbiano perso il lavoro e si trovino in grave difficoltà: è il Fondo famiglia – lavoro. Il Premio è stato ritirato dal presidente del Consiglio di Gestione del Fondo mons. Luigi Testore.
Per la solidarietà all’ associazione Commissione Visitatrici per la Maternità, creata nel 1924 per offrire supporto alle mamme e ai bambini in difficoltà. Negli anni ha realizzato importanti iniziative, tra cui la Casa Materna Ada Bolchini Dell’ Acqua, e tuttora è un esempio concreto di sensibilità e di solidarietà vera verso i più bisognosi, nonché dell’ impegno e della solidarietà sociale della borghesia milanese. Ha ritirato il Premio, consegnato da Bona Borromeo presidente Airc – Lombardia, la presidente Nella Bolchini Bompani.
Per la cultura a Salvatore Veca per Etica e verità. Saggi brevi, testo illuminante su due concetti che più coinvolgono il pensiero moderno e direttamente incidono sull’ agire quotidiano. Scritto in esclusiva per la Fondazione, il saggio di Veca, edito da Giampiero Casagrande, è stato presentato da Giovanni Russo.
Per il futuro a Laura Viganò da sempre vicina alla Fondazione insieme ai suoi migliori allievi, per il progetto di due borse di studio FEGV per Master in Microfinanza presso l’ Università degli Studi di Bergamo. Il Premio è stato consegnato da Giorgina Venosta.
È stata inoltre, consegnata una targa in ricordo di Rina Brion, straordinaria protagonista del mondo dell’ industria e del design, consegnata da Luisa Bocchietto, presidente Adi e ritirata da Ennio Brion.
L’ evento, che si è svolto in Villa Necchi Campiglio di Milano ha ottenuto il patrocinio della Regione Lombardia – Assessorato alle Culture, Identità e Autonomie della Lombardia – e del Comune di Milano – Settore Famiglia, Scuola e Politiche Sociali – con il contributo della Fondazione Cariplo e del FAI – Fondo per l’ Ambiente Italiano.
L’ incontro è stato introdotto da Pier Paolo Preti.
Questa la cronaca. Ma quantomai di attualità è la filosofia ispiratrice del premio, che possiamo riassumere con la frase tratta dal testo di Guido Venosta Dal Profit al Nonprofit, storia di un’ esperienza: “Ho sempre pensato che le classi e le categorie sociali che, per ragioni di nascita o per combinazione della sorte, avevano potuto godere delle migliori condizioni di vita dovessero rendere qualcosa agli altri, avessero cioè il dovere morale di intervenire nella comunità a vantaggio di chi quella fortuna non aveva avuto”.
Tra i presenti: l’ assessore regionale alla Cultura Massimo Zanello, Urbano Alessio, Viviana D’ Andria Sotis, Alberico Barbiano di Belgiojoso, Aldo Bassetti, Battisti, Anna Binecchi, Isabella Bossi Fedrigotti, Giuseppina Bruti Liberati, Antonella Camerana, Lina Carrà, Carla Casanova, Giampiero Casagrande, Achille Colombo Clerici, Giancarlo Colonna, Tito Crivelli, Emilia Dal Pozzo Bonzi, Egidio Dell’Orto e consorte, Gianfranco Farioli, Alberto Ferruzzi, Silvana Fiorini, Ugo e Michaela Fumagalli Romario, Sandra Greco Naccarato, Barbara Jacini, Cici Locatelli, Augusta Micheli, Giovanbattista Litta Modignani, Angela e Isabella Marantonio, Franca Parisi, Camillo Paveri Fontana e consorte, Julie Piovene Viansson, Francesco Poschi Neuron, Ezio Rendina, Marina Rigolone Invernizzi, Marco Romano, Giovannino Rossi, Giulietta Russo, Claudio Sabocchi, Lina Sotis, Cecilia Tanzi, Monica e Sergio Todisco, Laura Viganò, Muzia Villa Hermosa, Paolo Vitali.
Benito Sicchiero
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