Il neosegretario del Pd Bersani si dice disposto a seguire Berlusconi anche sulle grandi riforme. “Va bene il superamento del bicameralismo perfetto, la riduzione del numero dei parlamentari, la compensazione tra i maggiori poteri al presidente del Consiglio e i maggiori poteri di controllo del Parlamento. Su questi temi ci siamo, come sul federalismo”.
Rifiuta un sistema padronale e intende partire da un parlamentarismo rafforzato. Intanto dopo la svolta alla segreteria per Bersani è già il momento delle prime nomine. I capigruppo di Camera e Senato, Antonello Soro e Anna Finocchiaro, hanno infatti convocato le assemblee dei gruppi per presentare le dimissioni. Un atto dovuto, spiegano, in presenza del nuovo segretario. La maggioranza di deputati e senatori è della mozione Franceschini, dunque Bersani dovrà cercare una mediazione. I nomi che circolano sono sempre gli stessi: alla Camera Enrico Letta e Rosy Bindi, al Senato oltre alla Finocchiaro, Nicola Latorre e Luigi Zanda. Mentre per la presidenza del partito resta in pole Rosy Bindi. Ma tutto è rimandato a dopo il 7 novembre, data in cui Bersani diventerà ufficialmente segretario.