La scelta del Comitato per il Nobel è inattesa: da una parte premia la politica di ritorno al multilateralismo e di riconciliazione con il mondo musulmano, dall’ altra cerca di dare una nuova spinta a quel processo di pace mediorientale di cui la Casa Bianca si è fatta promotrice.
“Solo assai raramente qualcuno è riuscito come Obama a catturare l’ attenzione del mondo e a dare una speranza per un futuro migliore”, si legge nella motivazione diffusa dal Comitato, che spiega come la diplomazia del Presidente statunitense sia basata sul concetto che coloro che guidano il mondo debbano farlo sulla base di valori e atteggiamenti condivisi dalla maggioranza della popolazione.
La Casa Bianca ha reagito con una sola parola al Nobel per la Pace a Barack Obama: Wow!. Il portavoce presidenziale Robert Gibbs ha risposto ai media con una mail contenente solo l’ esclamazione di sorpresa (scritta a lettere maiuscole e con il punto esclamativo). Il presidente americano si è detto profondamente onorato per l’ assegnazione del premio e avrebbe usato il termine humbled, traducibile come il riconoscimento di un onore fin troppo grande.
Il Comitato sottolinea inoltre la speciale importanza del progetto e dell’ impegno della Casa Bianca per un mondo senza armi nucleari: “Come Presidente, Obama ha creato un clima nuovo nella politica internazionale: la diplomazia multilaterale ha riguadagnato una posizione centrale, con un’ enfasi sul ruolo che le Nazioni Unite e le altre organizzazioni internazionali possono svolgere”. Il Comitato conclude appoggiando l’ appello di Obama: È tempo che ciascuno di noi si assuma la sua parte di responsabilità per una risposta globale alle sfide globali,
Indubbiamente Obama ha portato un ventata di rinnovamento dopo otto anni di Amministrazione Bush: il suo discorso del Cairo, nel quale prometteva di metter fine a un ciclo di sfiducia e discordia, il pugno che si apre nella mano tesa all’ Iran nel suo discorso di investitura, l’ impegno a chiudere il carcere militare di Guantanamo e quello per un disarmo nucleare globale e per la lotta i cambiamenti climatici.
Obama deve indubbiamente affrontare molti problemi: un processo mediorientale ancora da riavviare su basi consolidate, le crisi militari in Iraq e soprattutto in Afghanistan e infine l’ approccio diplomatico alla crisi iraniana. Le prime congratulazioni giungono proprio da Kabul e da Teheran: in particolare, per l’ Iran il Nobel dovrà spronare Obama a mettere fine alle ingiustizie nel mondo» mentre il presidente afgano Hamid Karzai ha definito Obama la persona giusta a cui assegnare il Premio.
Per la Casa Bianca la vittoria di Obama non è certo una novità: Theodore Roosevelt ebbe il premio nel 1906 (dopo l’ arbitrato che mise fine alla guerra russo – giapponese), Woodrow Wilson lo ricevette nel 1919 dopo il congresso di Versailles che seguì la fine della Seconda Guerra Mondiale e Jimmy Carter nel 2002 per la prevenzione dei conflitti e la difesa dei diritti umani; Al Gore, da vicepresidente, venne premiato nel 2007 insieme alla Commissione dell’ Onu sui Cambiamenti climatici (Ipcc).