Italia Futura non è e non sarà un partito. Parola di Luca di Montezemolo che a Sky Tg24 ha spiegato lo spirito dell’ associazione che ha fatto il suo esordio ieri a Roma. “Voglio dire forte che Italia Futura non ha nè ruolo nè alcuna volontà di fare né un partito né un’ associazione politica”, ha assicurato.
“Italia Futura è un associazione di idee, tra persone competenti e giovani che hanno a cuore il futuro del Paese e che vogliono dare un contributo per stabilire dove vogliamo essere non tra 20, 10 o 15 anni, ma tra 5 anni – ha spiegato – Il futuro lo lasciamo ai futurologi, noi ci occupiamo di mettere al centro progetti che riteniamo fondamentali per dare un contributo serio di una società civile al futuro di un’ Italia che ci sta a cuore – ha insistito – in un momento in cui tutto si fa meno che pensare al futuro”.
Quanto alle voci che Italia Futura potrebbe attrarre i centristi come Pier Ferdinando Casini o Francesco Rutelli, Montezemolo è stato chiaro. “È un problema che riguarda loro, lo dico con rispetto per persone che stimo – ha detto – ma è un problema che non mi riguarda e che non mi riguarderà”. Per il debutto della fondazione costituita da Montezemolo e presieduta da Andrea Romano (ex Italiani – europei ed ex Einaudi) è prevista la presentazione del primo rapporto sulla mobilità sociale in Italia, redatto da Irene Tinagli. All’ evento ci saranno anche il presidente della Camera Fini, Enrico Letta e Andrea Riccardi, fondatore della comunità di Sant’ Egidio.
Aldo da Messina 20 Novembre 2009 il 21:25
Mi auguro solo che non sia un nuovo palcoscenico in cui cambiata la scenografia gli stessi attori riprendono a recitare la seconda o la terza parte di una brillante commedia. Caro Luca l’Italia di commedie recitate ormai da anni dagli stessi attori che cambiano costume , ne ha già viste anche troppe, credo veramente che sia maturato il tempo di smettere di recitare e con gente nuova ricca di idee e piena di buona volontà, cercare di progettare un futuro a beve termine certamente mgliore per questa Italia che sta morendo su progetti, carte, promesse e burocrazia.
Credo e spero che questo movimento possa essere presente in ogni città d’Italia e diventare punto di riferimento e di confronto e fucina della nuove idee, affinchè si possano tracciare delle vere e nuove linee programmatiche .