Dino Boffo, direttore di Avvenire, ha dato le dimissioni. Pubblichiamo la lettera integrale

 Da sette giorni la mia persona è al centro di una bufera di proporzioni gigantesche che ha invaso giornali, televisioni, radio, web, e che non accenna a smorzarsi, anzi. La mia vita e quella della mia famiglia, le mie redazioni, sono state violentate con una volontà dissacratoria che non immaginavo potesse esistere. L’ attacco smisurato, capzioso, irritualmente feroce che è stato sferrato contro di me dal quotidiano Il Giornale guidato da Feltri e Sallusti, e subito spalleggiato da Libero e dal Tempo, non ha alcuna plausibile, ragionevole, civile motivazione: un opaco blocco di potere laicista si è mosso contro chi il potere, come loro lo intendono, non ce l’ ha oggi e non l’ avrà domani.

Qualcuno, un giorno, dovrà pur spiegare perchè ad un quotidiano, Avvenire, che ha fatto dell’ autonomia culturale e politica la propria divisa, che ha sempre riservato alle istituzioni civili l’ atteggiamento di dialogo e di attenta verifica che è loro dovuto, che ha doverosamente cercato di onorare i diritti di tutti e sempre rispettato il responso elettorale espresso dai cittadini, non mettendo in campo mai pregiudizi negativi, neppure nei confronti dei governi presieduti dall’ onorevole Berlusconi, dovrà spiegare, dicevo, perchè a un libero cronista, è stato riservato questo inaudito trattamento.

E domando: se si fa così con i giornalisti indipendenti, onesti, e per quanto possibile, nella dialettica del giudizio, collaborativi, quale futuro di libertà e di responsabilità ci potrà mai essere per la nostra informazione? Quando si andranno a rileggere i due editoriali firmati da due miei colleghi, il pro e contro di altri due di essi, e le mie tre risposte ad altrettante lettere che Avvenire ha dedicato durante l’ estate alle vicende personali di Silvio Berlusconi, apparirà ancora più chiaramente l’ irragionevolezza e l’ autolesionismo di questo attacco sconsiderato e barbarico.

Grazie a Dio, nonostante le polemiche, e per l’ onestà intellettuale prima del ministro Maroni e poi dei magistrati di Terni, si è chiarito che lo scandalo sessuale inizialmente sventagliato contro di me, e propagandato come fosse verità affermata, era una colossale montatura romanzata e diabolicamente congegnata. Fin dall’ inizio si era trattato d’ altro. Questa risultanza è ciò che mi dà più pace, il resto verrà, io non ho alcun dubbio.

E tuttavia le scelte redazionali che da giorni taluno continua accanitamente a perseguire nei vari notiziari dicono a me, uomo di media, che la bufera è lungi dall’ attenuarsi e che la pervicace volontà del sopraffattore è di darsi ragione anche contro la ragione. Un dirigente politico lunedì sera osava dichiarare che qualcuno vuole intimorire Feltri; era lo stesso che nei giorni precedenti aveva incredibilmente affermato che l’ aggredito era proprio il direttore del Giornale, e tutto questo per chiamare a raccolta uomini e mezzi in una battaglia che evidentemente si vuole ad oltranza.

E mentre sento sparare i colpi sopra la mia testa mi chiedo: io che c’ entro con tutto questo? In una guerra tra gruppi editoriali, tra posizioni di potere cristallizzate e prepotenti ambizioni in incubazione, io, ancora, che c’ entro? Perchè devo vedere disegnate geografie ecclesiastiche che si fronteggerebbero addirittura all’ombra di questa mia piccola vicenda?

Bruxelles. Josè Manuel Barroso, presidente della Commissione europea, replica alla richiesta di Berlusconi

 Il Presidente del Consiglio, come si ricorderà, aveva richiesto nei giorni scorsi le dimissioni di tutti i funzionari coinvolti nel caso Berlusconi – Ue riportato martedì 1° settembre. Immediata la replica di Josè Manuel Barroso, che ha difeso oggi a Bruxelles il suo servizio stampa e tutti i suoi portavoce, affermando che hanno tutta la sua fiducia e il suo sostegno nel loro lavoro quotidiano di informare i cittadini, ciò che costituisce “non solo un diritto ma un dovere” per l’ esecutivo comunitario.

Durante la presentazione del programma politico per il suo secondo mandato destinato all’ europarlamento che voterà la sua conferma nelle prossime settimane, Barroso ha sottolineato la peculiarità del metodo comunitario, e delle istituzioni sovranazionali che lo incarnano, l’europarlamento e la Commissione europea.

Riferendosi alle polemiche di Berlusconi contro le esternazioni dei commissari e portavoce Ue, il capo dell’ esecutivo comunitario ha quindi osservato: “Ci sono persone che a volte non comprendono l’ originalità della Commissione, che ha non solo il diritto, ma il dovere di dare informazioni a tutti i cittadini. È ciò che fa ogni giorno con il servizio dei portavoce, di cui non c’ è nessun altro organismo amministrativo a livello internazionale che si metta ogni giorno al servizio dei cittadini. Il servizio dei portavoce, perciò, ha tutta la mia fiducia e tutto il mio sostegno. Io sono intransigente nella difesa delle prerogative delle istituzioni europee e in particolare della Commissione che deve comunicare su una base di lealtà verso gli Stati membri”.

Le Frecce tricolori hanno solcato il cielo di Tripoli, dopo il braccio di ferro. Berlusconi: “Frecce con tricolore o non voleranno”

 A poche ore dall’ esibizione delle Frecce Tricolori in Libia, per il 40° anniversario della Rivoluzione Verde, quella che doveva essere una dimostrazione di amicizia tra Tripoli e Roma si trasforma in un braccio di ferro. “Non ci alzeremo in volo se i nostri aerei non potranno spendere i colori della nostra bandiera”, ha spiegato il tenente colonnello Massimo Tammaro, capo della pattuglia acrobatica dell’ Aeronautica militare.

Le autorità libiche avevano chiesto che le Frecce tricolori non rilasciassero alcuna scia, dopo aver inutilmente sollecitato l’ utilizzo di un fumo verde in omaggio alla rivoluzione di Muammar Gheddafi. Tripoli, ha aggiunto l’ ambasciatore italiano in Libia, Francesco Trupiano, “ritiene che oggi sia la propria Festa nazionale e vorrebbe avere solo il proprio colore, ma la bandiera della pattuglia acrobatica è quella. I punti sono chiarissimi e i nostri piloti sono pronti al decollo”.

Da Roma è arrivato l’ appoggio del governo ai militari italiani: “Frecce con tricolore o non voleranno”, ha avvertito il premier, Silvio Berlusconi. “Le modalità dell’ esibizione della pattuglia italiana – ha affermato il ministro della Difesa, Ignazio La Russa, spiegando di aver parlato con l’ ambasciatore libico a Roma, Hafed Gaddur – sono le stesse costantemente rispettate in tutti i Paesi del mondo dove le Frecce Tricolori si sono esibite. Non può peraltro esserci omaggio migliore per la ritrovata amicizia con la Libia della esibizione della nostra pattuglia che ha, nei fumi tricolore, la sua bandiera e il suo messaggio di pace e concordia“.

Influenza A. Fabrizio Oleari, Direttore generale prevenzione e sanità del ministero della Salute: “Entro ottobre 48 milioni di vaccini”

 “Entro la fine di ottobre noi riteniamo che sia possibile la conclusione della fase di sviluppo dei vaccini e contemporaneamente la produzione del vaccino corrispondente”. Lo afferma intervenendo alla trasmissione “Radio Anch’ io” Fabrizio Oleari, Direttore generale prevenzione e sanità del ministero della Salute, sottolineando che entro il mese di ottobre saranno disponibili 48 milioni di dosi.

La situazione è sotto il pieno controllo delle autorità sanitarie: è stata la conclusione del primo vertice sull’ influenza A / H1N1 tenuto presso la presidenza del Consiglio. Nello stesso incontro, al quale hanno partecipato il sottosegretario alla Presidenza, Gianni Letta, il ministro del Welfare Maurizio Sacconi e il viceministro Ferruccio Fazio, il governo ha assicurato che l’ anno scolastico inizierà regolarmente e che sarà valutata di volta in volta la presenza di manifestazioni influenzali nelle scuole al fine dell’ adozione di eventuali provvedimenti mirati di contenimento. È stata confermata inoltre la validità del lavoro finora svolto dall’ Unità di crisi coordinata da Fazio e che tornerà a riunirsi oggi.

Nell’ incontro, al quale parteciperanno tutte le Regioni e i ministeri interessati, si farà il punto sulla campagna di vaccinazione e sul piano di comunicazione. La scuola è un altro tema sul tavolo dell’ Unità di crisi, ma quanto deciso questa sera dal vertice presso Palazzo Chigi risponde al dibattito acceso dalla proposta, lanciata ieri dalla Federazione medici pediatri (Fimp), di chiudere le scuole per limitare la diffusione dell’ influenza A.

Immigrazione, scontro Berlusconi – Ue

“Non è vero che la Ue abbia richiamato l’ Italia sul tema dell’ immigrazione: si strumentalizzano espressioni di portavoce”. Dice il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, minacciando di bloccare il

Feltri attacca il direttore di Avvenire: “Basta falsi moralisti contro il premier, Boffo è stato condannato per molestie”

 Il Giornale apre a tutta pagina con la denuncia di un “incidente sessuale” che sarebbe occorso al direttore di Avvenire Dino Boffo il quale – scrive Vittorio Feltri nell’ editoriale – “intimidiva la moglie dell’ uomo con il quale aveva una relazione”. Un “killeraggio allo stato puro”, ha reagito il direttore dell’ Avvenire (che con Famiglia Cristiana ha martellato in questi giorni sulle vicende osé che hanno coinvolto il premier) al quale il direttore del giornale ha ribattuto che si tratta di un “documento pubblico”.

Il caso ha messo in fibrillazione il mondo politico e reso rovente la linea Vaticano – Governo proprio alla vigilia del gran giorno, quello della Perdonanza celestiniana all’ Aquila dove tutto era pronto per l’ evento e per la cena che avrebbe visto allo stesso tavolo il premier Silvio Berlusconi e il segretario di Stato vaticano card. Tarcisio Bertone.

Un incontro molto atteso che gli osservatori politici avevano interpretato come una nuova riconciliazione dopo lo strappo della Lega con la chiesa sull’ immigrazione, e dopo le tante critiche rivolte al governo dai giornali vicini al Vaticano. Ma le agenzie hanno battuto una notizia che il mondo politico ha subito collegato alla bomba Boffo.

Berlusconi fa causa a Repubblica. Chiede il risarcimento da un milione di euro

 Il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, intenta causa a Repubblica e chiede un risarcimento danni per un milione di euro al Gruppo L’ Espresso, oltre a una somma da stabilire “a titolo di riparazione”. Per i legali del premier, infatti, sono “diffamatorie” le ormai famose “10 domande” formulate dal quotidiano il 26 giugno scorso. La citazione in giudizio – riferisce il quotidiano Repubblica – firmata il 24 agosto, riguarda anche un articolo del 6 agosto dal titolo “Berlusconi ormai ricattabile”.

Invitati a comparire al Tribunale di Roma sono Giampiero Martinotti, autore del pezzo contestato, il direttore responsabile di Repubblica, Ezio Mauro, e il gruppo L’ Espresso. Quanto alle 10 domande queste sono per i legali di Berlusconi palesemente diffamatorie, perchè il lettore è indotto a pensare che la proposizione formulata non sia interrogativa, bensì affermativa ed è spinto a recepire come circostanze vere, realtà di fatto inesistenti.

L’ avvocato del premier, Niccolò Ghedini, ha inoltre annunciato di essere pronto ad avviare azioni legali per diffamazione anche contro media britannici, francesi e spagnoli che hanno pubblicato notizie sulla vita privata di Berlusconi. Secca la replica del direttore di Repubblica, in un editoriale in prima pagina dal titolo: Insabbiare.

Mauro scrive: “Non potendo rispondere, se non con la menzogna, Silvio Berlusconi ha deciso di portare in tribunale le dieci domande di Repubblica, insabbiando così – almeno in Italia – la pubblica vergogna di comportamenti privati che sono al centro di uno scandalo internazionale e lo perseguitano politicamente. È la prima volta, nella memoria di un Paese libero, che un uomo politico fa causa alle domande che gli vengono rivolte”.

Milano. Polemica in corso fra il quotidiano della Cei e il Giornale

 “Il direttore dell’ Avvenire – scrive Feltri nell’ editoriale di prima pagina sul Giornale – non ha le carte in regola per lanciare anatemi furibondi contro altri peccatori, veri o presunti, e neanche per tirare le orecchie a Berlusconi. Il problema è che in campo sessuale ciascuno ha le sue debolezze ed è bene evitare di indagare su quelle del prossimo. Altrimenti succede di scoprire che il capo dei moralisti scatenati nel vituperare il capo del governo riveli di essere come quel bue che dava del cornuto all’ asino”.

Scrive Feltri
“Ma quanto nel presente periodo si sono visti in azione tanti moralisti, molti dei quali, per non dire quasi tutti, sono sprovvisti di titoli idonei. Ed è venuto il momento di smascherarli. Dispiace, ma bisogna farlo affinché i cittadini sappiano da quale pulpito vengono certe prediche”.

La replica di Boffo
“La lettura dei giornali di questa mattina – scrive il direttore di Avvenire è in una nota – mi ha riservato una sorpresa totale, non tanto rispetto al menù del giorno, quanto riguardo alla mia vita personale. Evidentemente il Giornale di Vittorio Feltri sa anche quello che io non so, e per avvallarlo non si fa scrupoli di montare una vicenda inverosimile, capziosa, assurda. Diciamo le cose con il loro nome: è un killeraggio giornalistico allo stato puro, sul quale è inutile scomodare parole che abbiano a che fare anche solo lontanamente con la deontologia. Siamo, pesa dirlo, alla barbarie”.

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