Clima. Barbara Helfferich a Bruxelles: “I piani nazionali di assegnazioni delle emissioni non sono più negoziabili”

di isayblog4 65 views0

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I piani nazionali di assegnazioni delle emissioni (Nap) che ogni Stato membro dell’ Ue ha stabilito per il periodo 2008 – 2012, con l’ approvazione della Commissione europea, non sono più negoziabili. Lo ha affermato a Bruxelles Barbara Helfferich, portavoce del commissario europeo all’ Ambiente, Stravos Dimas, rispondendo alle domande dei cronisti sulla lettera che il premier italiano, Silvio Berlusconi, ha scritto al capo dell’ Esecutivo comunitario, Josè Manuel Barroso, lamentando i sovracosti del piano italiano di riduzione delle emissioni, e annunciando l’ apertura di un negoziato con lo stesso Dimas.

I tetti nazionali alle emissioni “sono stati stabiliti, i piani nazionali di assegnazione sono stati adottati con una procedura fissata dalla legislazione europea, e non sono più negoziabili”, ha detto Helfferich. Quanto alla sentenza del Tribunale di primo grado dell’ Ue, che ha annullato le decisioni con cui la Commissione aveva imposto una riduzione dei tetti delle emissioni di Polonia ed Estonia, la portavoce ha ribadito che i servizi di Bruxelles stanno ancora studiando il caso, in vista di un eventuale ricorso in appello.

La sentenza di mercoledì, negando alla Commissione il potere di stabilire dei tetti alle emissioni degli Stati membri, nei casi specifici di Polonia ed Estonia, rischia in effetti di avere conseguenze di principio, se si estendesse il ragionamento a tutti i paesi membri, creando così una situazione di incertezza giuridica alla base dell’ intero sistema europeo di commercio delle emissioni, stabilito nell’ ambito della legislazione per l’ attuazione del Protocollo di Kyoto nell’ Ue.

“La sentenza ci ha molto sorpreso: in genere, i giudici comunitari prendono in considerazione lo spirito della legislazione Ue, ma in questo caso non ne hanno tenuto conto”, hanno riferito fonti qualificate della Commissione. “Nello spirito della legislazione, in questo caso, l’ obiettivo principale è quello di stabilire un tetto alle emissioni”, proprio quello che il Tribunale di primo grado ha giudicato che la Commissione non ha il diritto di imporre agli Stati membri. “Siamo molto fiduciosi di vincere in appello”.

Da notare, infine, che oltre a Polonia ed Estonia, altri sei paesi avevano presentato ricorso al Tribunale di primo grado contro le decisioni della Commissione sui propri tetti nazionali delle emissioni. Tutte e sei le cause sono ancora pendenti. Ma i paesi, come l’ Italia, che non hanno presentato ricorso entro due mesi dalle decisioni, non possono più farlo.

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