Applicazione a livello regionale del quoziente familiare per quanto riguarda gli ammortizzatori sociali; piena attuazione dell’ accordo Formigoni – Gelmini dell’ 8 settembre per il sussidio di disoccupazione ai precari della scuola; avvio dell’ approfondimento sulla Dote impresa e sulla contrattazione decentrata, aziendale e / o territoriale.
Sono le tre proposte lanciate dal presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, affiancato dal vicepresidente e assessore all’ Istruzione, Formazione e Lavoro, Gianni Rossoni, alla riunione del Patto per lo sviluppo e condivise dai soggetti datoriali e sindacali che ne fanno parte.
“Mettiamo in campo – ha spiegato Formigoni – 27 milioni di risorse regionali per iniziative innovative, giuste e adeguate ai gravi bisogni della situazione attuale, che la Regione si assume a sostegno del lavoro e del welfare ben oltre il confine delle sue competenze”.
Quoziente familiare
In Lombardia il lavoratore in cassa integrazione riceve una integrazione al reddito, ma contestualmente ha l’ opportunità di compiere percorsi formativi che permettano una sua riqualificazione.
“Il passaggio ulteriore da compiere – hanno proposto Formigoni e Rossoni – è che l’ integrazione al reddito tenga conto dell’ effettivo stato di necessità del lavoratore e della sua famiglia, come avviene già oggi per la dote buono scuola: diversa è la famiglia monoreddito da quella nella quale sono presenti più entrate, quella con figli da quella senza figli, quella con la presenza di anziani o portatori di handicap da quella che non deve affrontare queste criticità”.
La proposta, condivisa, è quella di erogare un voucher che consenta l’ acquisizione di servizi specifici ai percettori della Dote lavoro e della Dote ammortizzatori sociali, che consentano di conciliare le politiche attive con la necessità di cura familiare. L’ ipotesi riguarderebbe famiglie con almeno due figli a carico, o monoparentali con almeno un figlio, o con entrambi i coniugi in cassa integrazione.
Il voucher dovrebbe riguardare servizi di conciliazione come asili nido, accompagnamento dei figli a scuola, dopo scuola, servizi medici, sportivi, fino a 250 euro al mese. In aggiunta potranno essere erogati dei buoni pasto sostitutivi del servizio mensa del valore di 5,29 euro per 20 giorni al mese. L’ integrazione al trattamento di sostegno al reddito standard assicurata attraversi i voucher ed i buoni pasto ammonterebbe dunque mensilmente a 350 euro per 10 mesi. La dotazione complessiva della misura ammonta a 12 milioni di euro.
Accordo precari della scuola
Si tratta del sussidio di disoccupazione per docenti e personale ATA precari che hanno lavorato nelle scuole della Lombardia nell’ anno scolastico 2008 / 2009 per supplenze annuali con contratto a tempo determinato e che non hanno visto riconfermato il proprio incarico nell’anno 2009 / 2010.
Per i destinatari di questo accordo viene prevista una integrazione del contributo di disoccupazione (pari al 60% della retribuzione per i primi 6 mesi e 50% per gli ulteriori due mesi) fino al raggiungimento del 100% dello stipendio, ed un loro impiego nelle scuole e nei CFP (Centri di formazione professionale) accreditati per progetti che possano arricchire l’ offerta formativa, per attività di orientamento, accompagnamento, recupero e reinserimento degli studenti a rischio di dispersione, inserimento e accompagnamento dei disabili, inserimento e integrazione degli studenti stranieri, valorizzazione e diffusione delle diverse forme di alternanza scuola – lavoro.
Nel 2010 / 11 è previsto il rientro nel sistema grazie al turn over. Il personale impegnato nel progetto maturerà pieno punteggio nella graduatoria, come se svolgesse la supplenza annuale. Le risorse stanziate da Regione Lombardia ammontano a 15 milioni di euro.
Contrattazione decentrata
Formigoni su questo punto ha subito sgombrato il campo dal possibile equivoco delle gabbie salariali (una risposta vecchia, parziale e oggi improponibile). Il percorso che ha invitato ad approfondire concerne la possibilità di sviluppare forme di contrattazione decentrata a livello territoriale e/o aziendale, ovviamente – ha chiarito – nel rispetto della contrattazione collettiva nazionale, la cui titolarità, ha assicurato Rossoni, sarebbe certamente delle parti sociali.
“Sono convinto che questo lavoro di confronto e di approfondimento – ha detto Formigoni – potrà contribuire in modo importante alla nascita di quella che ho chiamato Dote Impresa, uno strumento nuovo che semplifichi e sburocratizzi le diverse risorse comunitarie, nazionali e regionali e camerali, premiando le realtà più innovative, flessibili e competitive ed introducendo criteri di premialità in funzione della produttività e del merito”
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