Gianfranco Fini aveva già intuito che prima o poi Il Giornale si sarebbe occupato di lui, perché una parte del fascicolo a luci rosse di cui ha parlato adesso Vittorio Feltri era già stato pubblicato nel giugno scorso. In quel momento direttore era Mario Giordano e si decise di replicare così alle rivelazioni di Patrizia D’ Addario su Silvio Berlusconi.
“Le escort di D’ Alema”, titolava in prima pagina, ma poi non si faceva alcun cenno all’ ex ministro degli Esteri. Si dava invece conto di un’ inchiesta che nel 1999 aveva consentito di scoprire festini organizzati da alcuni suoi amici e collaboratori con ragazze reclutate da Rita Farnitano, una signora che in cambio sperava di ottenere appalti e incarichi per la sua società di consulenza.
Nei loro verbali – pubblicati dal quotidiano – era chiaramente spiegato che a introdurre nel mondo della politica e dell’ imprenditoria la signora era stato Francesco Cosimi Proietti, che all’ epoca era il segretario di Fini, ma soprattutto uno dei fedelissimi.
Dallo sgomento alla rabbia feroce. E allora il presidente della Camera ha scelto di reagire con una denuncia penale contro Feltri perché io non ho mai avuto frequentazioni di questo tipo o incontri che possano imbarazzarmi e dunque non ho paura che questo fascicolo sia acquisito e reso pubblico.
Al suo avvocato Giulia Bongiorno ha detto di scegliere la strada più efficace da percorrere: “Scatenati perché io ho la coscienza pulita e questa storia voglio portarla fino in fondo. Non ci può essere il mio nome in quelle carte processuali. Se qualcuno lo tirerà fuori, avrà veicolato una polpetta avvelenata”.
“Io sono vittima – ha urlato Fini – perché ero totalmente all’ oscuro dei legami che Proietti aveva con questa donna, di quello che facevano. Vediamolo questo fascicolo. Sono anni che vengo sottoposto ad attacchi, se qualcosa di imbarazzante esisteva l’ avrebbero già tirato fuori. In ogni caso è il metodo scelto da Feltri che voglio combattere e per questo voglio discuterne in tribunale. È inaccettabile che si tenti di estorcere una posizione o addirittura il consenso politico minacciando di tirare fuori dossier imbarazzanti. Io non ho nulla di cui imbarazzarmi e dunque presento una querela perché sia chiaro che le allusioni e il linguaggio intimidatorio non mi spaventano”.
Fini si aspetta che qualche documento sarà pubblicato, ma è pronto a rispondere, perché quanto è accaduto nel 2006 ha segnato l’anno della svolta nella mia vita privata, mi ha fatto capire chi avessi intorno. La scelta di interrompere i rapporti con Proietti arrivò quando si scoprì che aveva fatto favori al principe Savoia, ma anche per la gestione delle società che condivideva con la moglie di Fini, Daniela. E così decise di fare piazza pulita tra i suoi collaboratori. Da allora ha mostrato di aver preso una nuova rotta politica. “Le mie posizioni danno fastidio – ha detto ieri a chi gli è stato accanto per tutto il giorno – Non saranno i ricatti di Feltri a farmi cambiare idea”.
(foto Eidon)