Nuovo attacco del direttore del Giornale al presidente della Camera. In un lungo editoriale, prima traccia un lungo excursus sulle vicende politiche recenti che hanno visto protagonista Fini e poi minaccia la pubblicazione un “dossier a luci rosse”.
Secondo Feltri il presidente della Camera “ha l’ esigenza immediata di trovare una ricollocazione: o di qua o di là. Non gli è permesso di tenere un piede nella maggioranza e uno nell’ opposizione. Deve risolversi subito”.
“E si ricordi che bocciato un lodo Alfano se ne approva un altro, modificato, e lo si manda immediatamente in vigore. Ricordi anche che delegare i magistrati a far giustizia politica è un rischio. Specialmente se le inchieste giudiziarie si basano su teoremi”.
“Perché – aggiunge il direttore del quotidiano – oggi tocca al premier, domani potrebbe toccare al presidente della Camera. È sufficiente, per dire, ripescare un fascicolo del 2000 su faccende a luci rosse riguardanti personaggi di Alleanza Nazionale per montare uno scandalo. Meglio non svegliare il can che dorme. Inoltre, valuti Fini che se la Lega si scoccia e ritira la sua delegazione, il voto anticipato è inevitabile. Allora per lui, in bilico tra destra e sinistra, sarebbe una spiacevole complicazione”.
Intanto nel Pdl si registrano ancora fibrillazioni sulle tensioni tra Fini e Barlusconi. Italo Bocchino, vicino a Fini e vice capogruppo del Pdl alla Camera, chiede di ricucire uno strappo più profondo di quanto sia mai stato in passato. L’ idea di Fini isolato e imbalsamato nel suo ruolo istituzione è pericolosa, dice Bocchino al Corriere, annunciando che nei prossimi giorni, una cinquantina di deputati del Pdl di provenienza An, cui sono pronti ad aggiungersi una decina di forzisti, scriverà una lettera a Silvio Berlusconi per chiedere “tre cose semplici”.
La prima.Una norma non scritta ma vincolante che prevede nel Pdl un patto di consultazione permanente tra i due co – fondandori Berlusconi e Fini. La seconda: Le cene del lunedì tra Berlusconi e Bossi non rappresentano tutto il Pdl. I luoghi in cui si decide cosa fanno governo e coalizione devono essere veri vertici di maggioranza, non solo gli ex di FI e Lega». Infine si chiede che negli organi di partito i temi politici vengano discussi e votati. Se tali richieste non venissero accolte, spiega Bocchino, le cose cambieranno. Non sarà più scontato il nostro voto favorevole su tutti i provvedimenti, ad esempio sul Sud.
Il vicecapogruppo del Pdl esclude che per il momento si pensi a dare vita ad un altro gruppo parlamentare, perchè “la situazione è difficile, non possiamo permetterci rotture. Siamo tutti convinti che questo è il miglior governo possibile, che la Lega è un ottimo alleato, che Berlusconi è l’ uomo giusto per guidare il Paese. Ma diciamo anche che Fini non è affatto solo, ha rapporti internazionali che sono sotto gli occhi di tutti, ha un patrimonio di voti e una struttura da cui non si prescinde”.