Cerimonia commemorativa ieri mattina alla Caserma “Lungaro” di Palermo per ricordare il giudice Paolo Borsellino e i cinque agenti della scorta morti nella strage di via D’ Amelio il 19 luglio del 1992. Corone di fiori sono state deposte dalle autorità sulla lapide nella sezione scorte che ricorda gli “angeli custodi” di Borsellino e tutti gli altri poliziotti uccisi da Cosa nostra.
Presente alla cerimonia, tra gli altri, il Procuratore nazionale antimafia Pietro Grasso, ma anche il Prefetto Giancarlo Trevisone, l’ assessore regionale al Territorio e ambiente Mario Milone, il sindaco Diego Cammarata, il vicecapo della Polizia Francesco Cirillo, il questore Alessandro Marangoni, il generale dei Carabinieri Enzo Coppola, il generale della Finanza Domenico Achille e tutte le altre autorità militari di Palermo.
Due soli i magistrati presenti alla cerimonia: Egidio La Neve e Leonardo Guarnotta, quest’ ultimo amico personale di Paolo Borsellino. Assenti, invece, i cittadini. Sul luogo anche i familiari degli agenti di scorta uccisi nella strage di via D’ Amelio, compreso Manfredi Borsellino e Agnese Piraino Leto, rispettivamente figlio e vedova del giudice, oltre a Maria Falcone, sorella del giudice Giovanni Falcone.
“Basta col dire che i palermitani sono assenti alle commemorazioni per Paolo Borsellino, in questi giorni ci sono state diverse manifestazioni e i palermitani hanno risposto bene, facendo delle scelte. Come bene hanno risposto le tante persone provenienti da tutta Italia. Chi non ha risposto è lo Stato che avrebbe dovuto essere presente nonostante le possibili contestazioni, raccogliendole e confrontandosi con la città che ricorda e che non vuole dimenticare”.
Lo ha detto Rita Borsellino, sorella del giudice ucciso e eurodeputato del Pd, nel corso delle celebrazioni per l’ anniversario della strage di via D’ Amelio. “Le istituzioni – ha proseguito – hanno il dovere della memoria, noi il diritto. Non bastano le corone di fiori, che poi rimangono a marcire per mesi, per dare omaggio alle vittime di mafia. Serve ben altro, la ricerca della verità, che sembra farsi strada adesso con la riapertura delle inchieste. È un fatto importante, peccato che sono passati 17 anni, di stanchezza e disinganno, e che non sarà facile ricostruire prove e indizi a distanza di così tanto tempo”.
Il Presidente della Repubblica ha inviato alla signora Agnese Borsellino il seguente messaggio: “A diciassette anni dal tragico attentato di via D’ Amelio, rendo commosso omaggio alla memoria del giudice Paolo Borsellino e degli agenti addetti alla sua sicurezza, Emanuela Loi, Agostino Catalano, Walter Cosina, Vincenzo Li Muli e Claudio Traina. Paolo Borsellino fu eroico protagonista della battaglia per la legalità e la difesa dello Stato democratico, con la quale si era pienamente identificato, e sapiente costruttore di validi presidi giuridici e istituzionali capaci di contrastare efficacemente la criminalità organizzata.
Così l’ ho ricordato insieme a Giovanni Falcone, a Palermo, il 23 maggio scorso, come esempio di abnegazione fino all’ estremo sacrificio nella lotta contro le forze del crimine, della violenza, dell’ anti – Stato. La memoria della sua dedizione e passione civica resta indelebile in tutti e rappresenta eredità preziosa per la mobilitazione della società civile – e in specie delle nuove generazioni – nell’ opporsi e reagire alle intimidazioni e agli attacchi della criminalità. Con affetto e solidale partecipazione sono vicino a lei, ai suoi figli e ai familiari delle giovani vittime della strage, rinnovando la gratitudine dell’ intero paese”.