Uno sgravio fiscale del 3% per l’ aumento di capitale delle imprese fino ad un importo massimo di 500mila euro. È quanto previsto da un emendamento al dl anticrisi all’ esame delle commissioni Bilancio e Finanze della Camera.
La norma stabilisce inoltre come lo sgravio possa essere goduto per il periodo di imposta in corso alla data dell’ aumento di capitale e per i 4 anni successivi. L’ emendamento, di cui erano già trapelate indiscrezioni, è stato presentato ieri mattina dai relatori, Maurizio Fugatti e Chiara Moroni. Inoltre la norma precisa che l’ agevolazione può essere fruita esclusivamente in sede di versamento del saldo delle imposte sui redditi dovute per il periodo di imposta di effettuazione degli investimenti.
Intanto da Udine il ministro del Welfare Maurizio Sacconi, a margine di un incontro con la Giunta del Friuli Venezia Giulia, dichiara: “È difficile dire oggi se il Governo porrà la fiducia sulle norme anticrisi in discussione in Parlamento. È urgente l’ entrata in vigore di quelle norme che sono rivolte a sostenere la liquidità delle imprese e l’ occupabilità delle persone. Le norme contenute nel provvedimento – ha precisato – confermano il primario bisogno di stabilità della finanza pubblica soprattutto per imprese dal grande debito che devono collocare quei titoli sul mercato finanziario. Penso che alcune norme sulla legge si sapranno prima della pausa estiva”.
La battaglia parlamentare nelle commissioni Bilancio e Finanze alle prese con il decreto anticrisi tocca inoltre l’ approvazione dello scudo fiscale, la messa a punto della norma per favorire la ricapitalizzazione delle Pmi e la ministretta sulle pensioni. Oggi il decreto dovrà essere all’ esame dell’ aula di Montecitorio per veleggiare verso un più che scontato voto di fiducia.
“Il testo del maxiemendamento – ha però chiesto il presidente della Camera, Gianfranco Fini – dovrà recepire solo i contenuti approvato in commissione. Su questo ci sarebbe già accordo tra maggioranza e governo. Così nelle ultime battute in commissione tutti i nodi al pettine dovranno essere sciolti o rischiano di rimanere fuori dal treno veloce del decreto estivo. E soprattutto sarà necessario superare le resistenze dell’ opposizione, che chiede di togliere dal testo sia le norme sullo scudo fiscale sia per l’ adeguamento delle pensioni.