“Se devo essere lasciato in queste condizioni, dismetterò la fascia tricolore di sindaco e la restituirò al capo dello Stato, Giorgio Napolitano”. Il primo cittadino de L’ Aquila, Massimo Cialente, in conferenza stampa congiunta con il parlamentare del Pd Giovanni Lolli, ha tuonato contro il governo.
“Qualcuno si è permesso anche di prendermi in giro – ha aggiunto -. Ma io continuo a ribadire che ci sentiamo abbandonati, che siamo abbandonati. Dopo la meravigliosa solidarietà del sistema Italia, ora il Paese, ed il Parlamento che lo rappresenta, ci dice che siamo tornati alla normalità e che dobbiamo restituire le tasse. Nulla di più falso: qui siamo ancora fermi al 7 – 8 aprile mattina”.
L’ incontro a Strinella 88 era stato convocato proprio per affrontare l’ argomento delle tasse, sospese fino a dicembre per il terremoto del 6 aprile, e delle modalità di restituzione.
“Non possiamo farcela a pagare queste tasse a gennaio – ha più volte ripetuto Cialente -. Qui ci sono commercianti, artigiani, piccole imprese che non hanno un posto materiale dove lavorare. Figuriamoci se possono restituire un miliardo di euro in due anni. Non possiamo assolutamente farcela – ha ribadito ancora -. È come prendere il sangue ad una persona anemica. Forse non hanno capito che le uniche attività aperte in città sono i chioschetti che vendono arrosticini la sera”.
E poi: “Come si può pretendere dall’ Europa la zona franca, se lo stato italiano, per primo, mette le mani nelle nostre tasche quando siamo ancora piegati?”. Il sindaco ha anche sottolineato come “il G8 non ci abbia minimamente coinvolto, eppure abbiamo dimostrato una compostezza unica”. “Ora basta! – ha esortato – Invito tutti gli aquilani a mobilitarsi, altrimenti la città sarà destinata a morire”.