La lettera di Giorgio Napolitano sulla legge – sicurezza era stata annunciata a grandi linee attraverso il sottosegretario Gianni Letta, ma Palazzo Chigi non si aspettava un contenuto così duro. Silvio Berlusconi non si aspettava, insomma, che il Quirinale sollevasse tanti rilievi, entrando nel merito delle questioni rispetto a una legge appena approvata dal Parlamento.
Ma l’ ordine del premier è di non polemizzare con il Capo dello Stato che in diverse occasioni ha dato una mano al governo: l’ ultima delle quali è stato l’ appello alla tregua prima del G8 e al clima civile tra maggioranza e opposizione. Quindi far finta di niente, perché poteva anche andare peggio, cioè che la legge non venisse firmata e rimandata indietro, viste le osservazioni che erano state fatte nei colloqui riservati e in alcune dichiarazioni pubbliche da parte di Napolitano.
Per Berlusconi la strategia migliore è stata quella di mostrare soddisfazione e apprezzamento per la promulgazione. Aggiungendo in una nota per la stampa che i rilievi del presidente del Consiglio verranno presi in considerazione. Il ministro Maroni ha addirittura chiamato il capo dello Stato per ringraziarlo. “Certo – hanno spiegato fonti del ministero dell’ Interno – rispetto a come era partito il confronto con il Quirinale possiamo tirare un sospiro di sollievo. Ma non c’ è un precedente di un capo dello Stato che definisce la legge irrazionale, disomogenea, estemporanea e poi la promulga! È fuori dalla prassi costituzionale”.
Le stesse valutazioni sono state fatte mercoledì a Palazzo Chigi dove si parla della lettera come di una anomalia: non ci sono valutazioni generali, ma indicazioni precise sulle singole norme. Sarà pure un’ anomalia, ma per Berlusconi va bene pure così. Il premier capisce anche le motivazioni che hanno portato il presidente delle Repubblica a scrivere quel tipo lettera. Deve tenere conto delle critiche che vengono dall’ opposizione, dal Csm, dall’ associazione magistrati, dalle comunità cattoliche e dalla Chiesa; ma non vuole rimandare indietro la legge perché sa il putiferio politico che questo atto creerebbe al governo. Contraddicendo tutta la sua filosofia sul dialogo e il clima civile.
Ma anche lo scampato pericolo del rigetto della legge, secondo Berlusconi, è la dimostrazione che il governo è forte. “Sono inaffondabile, anzi siamo inaffondabili”, ha detto ieri, a margine del Consiglio dei ministri, prima che il Quirinale rendesse pubblica la sua lettera. Molti i complimenti che i ministri hanno fatto al Cavaliere per il successo del G8. E Berlusconi ha mostrato alla sua squadra di governo gli ultimi sondaggi sulla fiducia degli italiani dopo il summit de L’ Aquila: 57% per il governo; 64% per il presidente del Consiglio: due punti in più della settimana scorsa.
“Nei Paesi occidentali con la crisi economica devastante non c’ è un governo e un premier che abbiano consensi così alti”, ha detto Berlusconi. Il quale ha annunciato che il seminario dei ministri si farà a L’ Aquila ai primi di agosto.
Tutti i ministri dovranno presentare il rendiconto di quello che hanno fatto e indicare il loro programma per il futuro. Ma attenzione, non si tratta di un conclave come quello che fece Prodi a Caserta: non bisogna dare minimamente questa impressione. “Anche perché non c’ è una fase 2 da lanciare, come se avessimo alle spalle una fase 1 negativa. Il nostro lavoro continua come era stato programmato. Siamo inaffondabili”.