Approvato in Senato il disegno di legge sullo sviluppo (ora diventato legge) che ha un sottotitolo programmatico: “le grandi riforme per rilanciare l’ economia del Paese”. Dopo un iter laborioso durato quasi dieci mesi vengono dunque introdotte nuove norme in materia di energia, di rilancio del sistema imprenditoriale e di tutela del consumatore.
“È una legge storica, una serie di norme strategiche – dice il ministro Claudio Scajola – con cui passiamo dalle misure di emergenza per contrastare la crisi alle riforme strutturali per aiutare il Paese e il sistema produttivo ad uscire dalle difficoltà avviando processi di competitività, modernizzazione ed efficienza che configureranno l’ Italia del futuro”.
La principale novità del pacchetto è la reintroduzione in Italia del nucleare. Secondo il ministro la sensibilità del Paese verso questo argomento è cambiata e “abbiamo avuto disponibilità a livello locale, da vari enti, ad accogliere centrali nucleari”.
Scajola ha aggiunto che saranno individuati i siti ideali per sicurezza e collocazione e su questa mappatura sarà il mercato a decidere con il consenso dei territori, che avranno dei vantaggi. Sarà un affare per l’ Italia e uno ancora più grosso per i territori. Occorreranno infatti sei mesi per disciplinare le modalità di localizzazione e le tipologie di impianti, di stoccaggio dei rifiuti e delle scorie, oltre alle misure compensative da riconoscere alle popolazioni interessate.
Anche i vertici di Enel ed Edison parlano di giornata storica, mentre Federutility assicura che anche le ex municipalizzate saranno della partita. Per il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia quello del nucleare è un’ opzione importante. Critici invece Pd e Italia dei Valori, ambientalisti e consumatori. E soprattutto le più importanti regioni guidate dal centrosinistra: Piemonte, Emilia Romagna, Campania e Puglia.
Per il governo, invece, questa nuova strategia in ambito energetico eviterà una dipendenza dell’ Italia dall’ estero (pari all’ 85% dei nostri consumi) e un costo superiore del 30% rispetto agli altri Paesi europei pagato per l’ approvvigionamento energetico. Segnali positivi arrivano anche dalle aziende di servizi pubblici locali.
Sempre nel settore energetico, nascerà la Borsa del gas: entro sei mesi dall’ entrata in vigore della legge, le offerte di acquisto e di vendita del gas naturale saranno gestite dal gestore del mercato elettrico. Tutto ciò dovrebbe tradursi per il cittadino in una bolletta meno cara. Altra novità di rilievo è rappresentata dalla class action.
L’ azione di classe viene così introdotta nell’ ordinamento italiano e permetterà una maggiore tutela dei consumatori, specie per quanto riguarda i settori dell’ energia e delle telecomunicazioni. In tema di politica industriale, viene introdotto il contratto di rete d’ impresa che supera il concetto fisico di distretto e consentirà alle aziende di minori dimensioni di aggregarsi in forme nuove senza perdere la propria identità, grazie ad agevolazioni fiscali, finanziarie e amministrative.
Sempre in ambito imprenditoriale, la legge Sviluppo introduce una riforma del sistema degli incentivi alle imprese, che vedranno uno snellimento delle procedure e una riduzione dei tempi per ottenerli. Verranno riformate anche le Camere di commercio e gli enti di internazionalizzazione con l’ ottica di rendere sempre più efficiente la rete di supporto alle imprese.