Per assumere una colf, bastano un documento valido e il codice fiscale se è italiana o comunitaria. Le pratiche per l’ assunzione vanno espletate entro le 24 ore precedenti l’ inizio del rapporto di lavoro presso l’ Inps o i Caf, i patronati e le associazioni autorizzate. I lavoratori extracomunitari devono essere in possesso del permesso di soggiorno; il loro datore di lavoro deve inviare in Prefettura 5 giorni prima dell’ inizio del rapporto una copia del contratto di soggiorno e di quello di lavoro.
Inoltre, si deve garantire un orario settimanale non inferiore a 20 ore, dimostrare di possedere un reddito annuo almeno doppio rispetto alla retribuzione dovuta al lavoratore, impegnarsi al pagamento delle spese di viaggio in caso di rimpatrio, assicurare alloggio adeguato o esibire la ricevuta della richiesta del certificato di abitabilità dell’alloggio in cui vive il lavoratore.
Con il nuovo pacchetto sicurezza per gli immigrati irregolari che fanno ingresso o si trattengono in Italia in violazione delle norme sull’ immigrazione non è più previsto il carcere ma un’ ammenda da 5 a 10mila euro e l’ espulsione.
Chi dà lavoro a una persona senza permesso di soggiorno rischia fino a 5 anni di carcere per favoreggiamento reale. Chi ospita o affitta una casa a un irregolare rischia fino a tre anni.
Una colf clandestina si può regolarizzare tramite il decreto flussi, l’ atto con cui il Governo stabilisce ogni anno quanti stranieri possono entrare in Italia per lavoro. Il decreto riguarda stranieri che si trovano ancora nei loro paesi di origine e non chi si trova già sul nostro territorio senza permesso di soggiorno. Quindi riguarda l’ ingresso più che la regolarizzazione. Chi si trova in Italia, teoricamente, dovrebbe tornare al suo Paese d’ origine e poi rientrare una volta ottenuto il permesso. Nel 2006, a fronte di 170 mila permessi di ingresso, ci furono 540 mila domande, metà solo per le badanti. Il governo aggiunse altri 350 mila permessi. Nel 2007, sempre con 170 mila permessi, le domande furono 744 mila (420 mila per le badanti). Nel 2008 i permessi sono stati 150 mila.
Nel contratto di lavoro per le colf vanno indicati: data d’ inizio del rapporto di lavoro; livello di appartenenza; durata del periodo di prova (massimo 30 giorni retribuiti); esistenza o meno della convivenza; residenza e domicilio del lavoratore; orari; collocazione della mezza giornata di riposo settimanale in aggiunta alla domenica; retribuzione; periodo di godimento delle ferie annuali.
Lo stipendio delle colf varia a seconda del livello: per chi vive a casa del datore di lavoro si va tra i 550 euro mensili per il livello A ai 1200 per il livello D. L’ assistenza notturna va da 862 a 1207 euro mensili. Per i lavoratori non conviventi la paga è oraria: 4 euro per il livello A, 7,10 per il D. Al lavoratore spetta la tredicesima. L’ orario è di massimo 10 ore giornaliere, non consecutive, per un totale di 54 ore settimanali per i lavoratori conviventi; 8 ore giornaliere non consecutive per un totale di 40 ore settimanali, distribuite su 5 o 6 giorni per i lavoratori non conviventi. A chi lavora almeno 6 ore consecutive spetta un pasto o un’indennità di pari valore. Lo straordinario prevede una retribuzione oraria maggiorata del 25% dalle 6 alle 22, del 50% dalle 22 alle 6 e del 60% la domenica o nei festivi.
Quanto a ferie, riposi e permessi, si precisa che il riposo settimanale è di 36 ore e deve essere goduto per 24 ore di domenica (salvo diversi accordi tra le parti), mentre le residue 12 ore possono essere godute in qualsiasi altro giorno. Chi lavora nelle 12 ore di riposo non domenicale dev’essere pagato con una maggiorazione del 40%. Nei giorni festivi si riposa. Le ferie ammontano a 26 giorni lavorativi l’ anno. Sono previsti permessi per le madri e per frequentare corsi di formazione, oltre a permessi per malattia e sindacali.
Parliamo del livello di appartenenza
Ce ne sono quattro, ciascuno suddiviso in due parametri retributivi (standard e super). Livello A: collaboratori familiari generici, non addetti all’ assistenza (pulizia o baby sitter). Livello B: persone che svolgono con specifica competenza le proprie mansioni (custodi, cameriere, giardiniere, assistenza a persone autosufficienti). Livello C: collaboratori familiari che, in possesso di specifiche conoscenze, operano con totale autonomia e responsabilità (assistente a persone non autosufficienti). Livello D: collaboratori familiari che, in possesso dei necessari requisiti professionali, ricoprono posizioni caratterizzate da responsabilità, autonomia decisionale o coordinamento (governante, maggiordomo, assistente formato a persone non autosufficienti).
marco 4 Agosto 2009 il 20:10
se un datore di lavoro non vuole assumere una badante clandestina che lavora già da tempo per lui rischia il carcere ma lei non viene tutelata. vero?
edmond 20 Agosto 2009 il 20:56
quelli che sono condanati per sostanze stuperfacenti ma che hanno un permesso scadutto da un anno per motivi di lavoro hanno la possibilita di usufrire di questa sanatoria?