Il presidente del Consiglio Berlusconi torna a mostrare ottimismo sulla crisi economica. Intervenendo a “L’ Aquila day”, il workshop organizzato dal ministro dell’ Economia, il premier spiega che “è come quando uno va a fare la spesa, si mette le mani in tasca e non trova neanche un euro. Una situazione che, da imprenditore, io non ho mai conosciuto” ha detto il premier, osservando che si tratta di “una dura realtà ma speriamo in un futuro migliore, perché la situazione non sta peggiorando ma migliora”.
“Quello che doveva accadere è accaduto – ha proseguito il premier – le banche che dovevano fallire non hanno fallito e chi doveva togliersi dal mercato si è tolto. Oggi chi faceva della speculazione la principale attività di mercato è sparito”. Per questo motivo Berlusconi invita ad avere fiducia e a non cambiare le proprie abitudini: “Tutte le organizzazioni internazionali un giorno sì e l’altro pure fanno previsioni negative e tutto questo non fa che aumentare la paura”. Per il premier, invece, bisogna insistere sul messaggio di speranza perché – ripete – il peggio è alle spalle.
L’ opposizione non tollera questo ottimismo. “È insopportabile questo modo di fronteggiare la crisi” ha commentato il segretario del Pd, Dario Franceschini. “Di fronte a milioni di famiglie e imprese che chiedono misure urgenti, il presidente del Consiglio continua con questo atteggiamento che tende a minimizzare e negare il problema – ha aggiunto Franceschini – È inaccettabile continuare a negare la crisi e a girare la testa dall’ altra parte: è uno schiaffo in faccia agli italiani”.
Anche per il segretario generale della Cisl, Raffaele Bonanni, Berlusconi si sbilancia troppo. “Prima – invita Bonanni – guardiamo i dati del Pil, quelli sulla disoccupazione e i dati della discesa della Cassa integrazione. Solo allora potremo fare queste affermazioni. Ora, invece, dobbiamo remare tutti dalla stessa parte”.
Il presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, da parte sua non vuole parlare “né di ottimismo né di pessimismo rispetto ai tempi di uscita dalla crisi: occorre pragmatismo”. Marcegaglia non ha però dubbi sulla ricetta per venirne fuori: burocrazia più leggera, più facile accesso al credito, supporto alle imprese che investono e grandi riforme a cominciare da quella delle pensioni.