Al G8 de L’ Aquila probabilmente prevarrà la linea dura contro il governo iraniano. Ad accennare oggi esplicitamente a nuove possibili sanzioni nei confronti di Teheran – per la prima volta dopo la contestata rielezione del presidente Mahmud Ahmadinejad e gli scontri di piazza che ne sono seguiti – è stato il premier Silvio Berlusconi, presidente di turno del G8.
“Anche dalle recenti telefonate che ho avuto con gli altri leader mondiali credo che si andrà in questa direzione, ha anticipato il presidente del Consiglio, assicurando che “al summit dell’ Aquila il nodo iraniano sarà il primo argomento che esamineremo”.
Fonti di palazzo Chigi hanno poi precisato all’ agenzia Ansa che in questa fase le sanzioni sono una possibilità che è sul tavolo degli otto Grandi ma non è una decisione che è stata presa. Comunque, hanno aggiunto le fonti, si sta andando verso un chiaro segnale nei confronti dell’ Iran. Non a caso, ad esempio dalla Gran Bretagna, vengono pressioni affinché l’ Unione europea prenda delle posizioni comuni ad alto valore simbolico, come la chiusura delle ambasciate a Teheran.
Nel giorno in cui arriva la scontata conferma della vittoria di Ahmadinejad da parte del Consiglio dei Guardiani della costituzione dopo un limitato riconteggio dei voti, si irrigidisce quindi la posizione degli occidentali. Berlusconi ha premesso di non voler anticipare quello che accadrà all’ Aquila.
Ma le sue parole lasciano comunque trapelare tutto il disappunto delle cancellerie occidentali – soprattutto europee – per le repressioni interne del regime degli ayatollah che rischiano a questo punto di affondare anche il tentativo di dialogo con Teheran sul dossier nucleare che ha segnato le prime settimane di Barack Obama alla Casa Bianca.
Certo bisognerà fare i conti con la Russia, che è riuscita a smussare fino a questo momento ogni tentativo di condanna esplicita da parte del G8 e ha fatto intendere chiaramente di non voler sentir parlare di sanzioni almeno fino a dopo l’ estate. E confrontarsi anche con l’ amministrazione democratica di Obama, che aveva puntato molto sulla politica della mano tesa nei confronti di Teheran.
E in serata proprio da Washington è arrivata una frenata alle dichiarazioni di Berlusconi. Il portavoce di Barack Obama, Robert Gibbs, ha infatti commentato con molta cautela le parole di Berlusconi e ha spiegato come il presidente Usa intenda esaminare ciò che sarà considerato al G8 in Italia prima di dare un giudizio sulla sua applicabilità.