Estero. Teheran, l’ opposizione torna in piazza e la tensione cresce con il passare dei minuti

di isayblog4 19 views0

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A poche ore dalla richiesta della guida suprema della Rivoluzione islamica iraniana, l’ ayatollah Ali Khamenei, di porre fine alle manifestazioni e di accettare i risultati delle elezioni che hanno visto la riconferma di Mahmoud Ahmadinejad a capo dello Stato, l’ opposizione torna in piazza a Teheran e la tensione cresce con il passare dei minuti.

La polizia antisommossa iraniana sta intervenendo con lacrimogeni, idranti e manganelli per disperdere centinaia di manifestanti filo – Mussavi, radunati davanti all’ Università della capitale iraniana. Molte persone stanno cercando di arrivare sfidando il divieto di manifestare. Secondo alcuni testimoni, lungo il Viale Enghelab, dove la manifestazione sarebbe dovuta sfilare, sono appostati anche agenti armati sui tetti.

Le stesse testimonianze parlano di manifestanti arrivati sul posto avvolti nel sudario bianco, per mostrare di essere pronti a morire da martiri. Dal primo pomeriggio anche il tratto settentrionale del Viale Vali Asr è stato messo praticamente in stato d’ assedio con il dispiegamento di centinaia di agenti antisommossa e molti altri in borghese.

L’ ordine è quello di stroncare sul nascere qualsiasi raduno. Secondo quanto riferito da testimoni oculari, sono circa tremila i manifestanti che si sono riuniti nei pressi della Piazza della rivoluzione, urlando Morte al dittatore e Morte alla dittatura e sfidando la richiesta dell’ ayatollah Ali Khamenei di mettere fine alle proteste.

La polizia iraniana sta cercando di disperdere centinaia di manifestanti (tra i mille i tremila secondo le testimonianze raccolte dalle agenzie stampa occidentali) davanti all’ università di Teheran, usando idranti e gas lacrimogeni. Intanto un terrorista è morto oggi facendo esplodere una bomba nel mausoleo dell’ ayatollah Ruhollah Khomeini, a sud di Teheran, secondo quanto riferisce l’ agenzia conservatrice Fars.

Le autorità iraniane non avevano concesso alcuna autorizzazione per l’ organizzazione di manifestazioni di protesta contro l’ esito delle elezioni presidenziali del 12 giugno scorso. D’ altra parte, in proposito, il governo di Teheran era stato assai chiaro. “Alcune voci sono state diffuse da gruppi politici riguardo a un’ autorizzazione accordata per una manifestazione. Informiamo tutto il mondo che non è stata concessa alcuna autorizzazione per assembramenti e manifestazioni in tutto il paese”, si affermava in un comunicato del ministero dell’ Interno.

Ma Teheran andava oltre e aggiungeva anche che le autorità iraniane avrebbero agito conformemente alla legge contro i contravventori. Una dichiarazione che fa il paio con quelle di Abbas Mohtaj, segretario del Consiglio di sicurezza nazionale, che dipende dal ministero dell’ Interno per cui il leader dell’ opposizione Mir Hossein Mousavi sarà ritenuto responsabile delle conseguenze di manifestazioni illegali, aveva aggiunto.

Intanto lo stesso candidato moderato sconfitto alle presidenziali ha ricevuto un avvertimento per lettera dalla polizia iraniana: “le forze di sicurezza iraniane agiranno con determinazione contro tutte le manifestazioni e le proteste illegali, che saranno represse”, è stato spiegato.

Questa mattina, nel frattempo, Mousavi e l’ altro candidato sconfitto Mehdi Karoubi hanno deciso di disertare la riunione del Consiglio dei Guardiani convocata per esaminare il loro ricorso contro l’ esito del voto. Lo stesso Consiglio si è detto pronto a ricontare il 10% dei voti, scelti a caso. L’ ex presidente Akbar Hachemi Rafsanjani, sotto accusa per aver sostenuto Mousavi, da parte sua ha smentito attraverso il suo ufficio politico di essere pronto oggi a indirizzare un discorso importante al popolo iraniano.

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