Il presidente dell’ Autorità, Antonio Catricalà, nella relazione annuale invia anche un monito al Parlamento: lo stillicidio delle leggi smonta le riforme, mentre alle banche chiede più trasparenza perché la loro reputazione è compromessa. “Occorre vigilare – ha sottolineato – affinché i costi della crisi non siano riversati sui consumatori: il pericolo, latente in tutti i mercati, si manifesta in particolare in quelli caratterizzati da intrecci e posizioni dominanti”.
Inoltre è necessario scoraggiare lo stillicidio di iniziative parlamentari che rischia di smontare le riforme, di frenare le liberalizzazioni e di innescare un’ ondata di restaurazione. “In Parlamento – ha affermato Catricalà – va scoraggiato lo stillicidio di iniziative volte a restaurare gli equilibri del passato, a detrimento dei consumatori”.
Per il presidente dell’ Antitrust, la modernizzazione del quadro giuridico in senso pro concorrenziale è un processo graduale che richiede perseveranza nel contrastare i rischi di una fenice corporativa alimentata dai gruppi tutori degli interessi di categoria. Riguardo alle banche ha puntualizzato che non c’ è dubbio che gli enti creditizi siano imprese e debbano perseguire logiche di profitto, ma stabilità e redditività discendono anche da fattori reputazionali, che oggi sembrano compromessi più che in altri periodi: parte della sfiducia è dovuta alle prassi contrattuali spesso troppo articolate e difficilmente comprensibili da parte dei risparmiatori. A questo – ha ammonito – si può e si deve rimediare: vanno fatti ulteriori passi in avanti sulla strada della trasparenza, intrapresa solo ora con timidezza.
Con le liberalizzazioni invece bisogna andare avanti e dire no alle tentazioni protezionistiche. “Nel nostro Paese – ha sottolineato Catricalà – i vincoli di finanza pubblica, giustamente considerati dal Governo, ci mettono di fronte a una scelta obbligata e virtuosa: possiamo solo incoraggiare le liberalizzazioni e lo sviluppo di autonome iniziative imprenditoriali”.
Il presidente dell’ Authority ha quindi messo in guardia contro i rischi di un ritorno al protezionismo e a politiche restrittive. I segnali in Europa non sono incoraggianti. L’ Antitrust ha poi chiesto un ruolo più incisivo nell’ istituto della class action che rischia di non avere il giusto peso per la resistenza di pochi e ha giudicato non migliorativa la soluzione legislativa che si sta profilando nel suo iter in Parlamento, che non prevede la retroattività. Infine ha definito macchinosa la legge sul conflitto di interessi: la disciplina sul conflitto di interessi è ben chiara sugli aspetti statici delle incompatibilità tra cariche di governo e altri incarichi pubblici e privati – ha affermato Catricalà – ed è invece macchinosa sul manifestarsi dinamico del conflitto.