Giorgio Napolitano chiede atteggiamenti più ponderati, uno sforzo di coesione, un clima molto diverso da quello degli ultimi giorni. Chiudendo i festeggiamenti per il 2 giugno, il Capo dello Stato denuncia una campagna elettorale incarognita e auspica che fra tre giorni si metta un punto» a tutto questo.
“Di periodi elettorali ne ho vissuti tanti, e tanti che si erano incarogniti, ha spiegato, mi auguro che un punto venga messo fra tre giorni e tutti traggano motivo per assumere atteggiamenti più ponderati. La richiesta di coesione è un sentimento diffuso tra gli italiani più di quanto non si percepisca in tante stanze della politica“.
Il monito del Colle arriva dopo una giornata in cui la celebrazione della festa del 2 giugno è stata ridimensionata in segno di solidarietà ai terremotati d’ Abruzzo. Una impostazione più sobria, dunque, ampiamente condivisa dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, che in un messaggio al ministro della Difesa La Russa scrive “di aver molto apprezzato come, nella difficile contingenza che il Paese sta attraversando, ella abbia voluto adottare misure atte a conferire all’ evento toni di sobrietà e rigore, senza nulla togliere alla celebrazione, e contribuire al conferimento di risorse per l’ assistenza e la ricostruzione in Abruzzo”.
La parata, seppure in tono un po’ minore, si è svolta secondo programma. A parte i soliti incidenti di percorso – l’ asta di una bandiera che si è spezzata e la cartucciera di un militare caduta per terra proprio davanti al palco presidenziale – il principale inconveniente è stato l’ arrivo in ritardo del premier Berlusconi.
Sul palco, le facce delle autorità sono rimaste a lungo perplesse. “Al presidente Napolitano abbiamo spiegato subito cosa era successo”, racconta il ministro La Russa, che sedeva accanto alla sedia vuota di Berlusconi. Che cosa? “Il torcicollo. Berlusconi aveva problemi di salute e, dopo essere stato all’ Altare della Patria, è andato a farsi un’ iniezione. Solo che chi gliela doveva fare è arrivato in ritardo”.
Il premier, appena giunto sul palco, si è scusato con il capo dello Stato, allargando le braccia, e Napolitano – è sempre La Russa che parla – “è stato molto carino, affettuoso, gli ha detto di riguardarsi”. Arrivato Berlusconi, il palco presidenziale era al completo: in prima fila, con il capo dello Stato, anche i presidenti di Senato e Camera, Schifani e Fini, quello della Consulta Amirante. C’ erano il leader del Pd Franceschini, quello dell’ Udc Casini, diversi ministri e sottosegretari – Frattini, Meloni, Letta, Bonaiuti – ma mancavano Maroni ed altri leghisti.
Presenti il capo della Protezione civile Guido Bertolaso (senza cravatta e con la maglia blu d’ ordinanza), il sindaco di Roma Alemanno, il presidente della Regione e quello della Provincia, Marrazzo e Zingaretti, tutti i vertici delle Forze armate e il capo della Polizia, Manganelli. Molta la gente che affollava via dei Fori Imperiali e che ha applaudito a lungo Napolitano, allontanatosi a bordo della Flaminia presidenziale.
Anche Berlusconi se n’ è andato in auto, rinunciando alla consueta passeggiata fino a Palazzo Grazioli, ma nelle poche decine di metri che ha percorso a piedi per raggiungere è stato letteralmente sommerso dai sostenitori: una ressa per stringergli la mano o per scattargli una foto.