La cancelliera tedesca Angela Merkel (Cdu) appoggia indirettamente il piano di Sergio Marchionne per l’ acquisto di Opel, ma il ministro dell’ Economia tedesco Karl Theodor zu Guttenberg (Csu) definisce insufficienti le tre offerte pervenute finora per l’ acquisizione della casa automobilistica tedesca, fatte da Magna, Fiat e del fondo statunitense Ripplewood. Perciò boccia i piani: vuole più garanzie.
Secondo informazioni della Bild am Sonntag, la leader conservatrice boccia l’ offerta fatta dal gruppo austriaco – canadese Magna, con il partner russo Sberbank Rossii, nel caso in cui all’ impianto Opel di Bochum, nel Land Nord Reno Westfalia, siano tagliati 2.200 posti.
Fiat, dal suo canto, migliora l’ offerta per la casa automobilistica tedesca. Il Lingotto è intenzionato a giocare tutte carte possibili. Infatti, ha messo fine alla guerra di cifre sul piano per il salvataggio di Opel, precisando le stime sugli eventuali esuberi europei. Ma il numero uno della casa torinese, Sergio Marchionne, avverte: “Non chiedo l’ elemosina. Se Opel non ci vuole non mi deprimerò”.
E se per il premier Silvio Berlusconi l’ accordo Fiat – Opel non è ancora un’ occasione perduta, il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, ha ribadito che la proposta del Lingotto sul piano industriale è di maggiore prospettiva e, per questo motivo, lui resta ottimista. Ad annunciare le modifiche all’ offerta di Fiat è stato il ministro dell’ Economia di Berlino, Karl – Theodor zu Guttenberg. “Abbiamo ricevuto nelle ultime ore un piano più ampio”, ha spiegato Guttenberg. In particolare, il Lingotto ha ritoccato alcuni punti come l’ aumento del rischio che l’ azienda italiana prenderebbe a proprio carico e una maggiore quota Fiat nel capitale di Opel. Dalla casa automobilistica torinese, tuttavia, non arriva nessun commento.
La notizia di un piano rivisto in meglio dal Lingotto lascia però scettico Kurt Beck, governatore della Renania – Palatinato, uno dei quattro Laender tedeschi che ospitano stabilimenti Opel. Beck ha spiegato di non conoscere la nuova offerta, ma nel caso di Fiat deve succedere davvero molto prima che il piano possa essere accettato. Il primo piano dell’ azienda torinese è un modello – Fiat, non un modello – Opel, ha affermato Beck. Ora, ha annunciato, saranno i sottosegretari coinvolti nella partita Opel a trattare. Intanto Magna non sta a guardare. Secondo la stampa tedesca anche il fornitore austro – canadese intende migliorare la sua offerta: a trarre vantaggio dalle correzioni dovrebbe essere probabilmente lo stabilimento Opel di Bochum (nel Nordreno – Vestfalia).
Ieri governatori e diversi esponenti del governo tedesco avevano mostrato una preferenza più o meno spiccata per l’ offerta di Magna. Ma oggi il ministro dell’ Economia guarda al piano di Magna con altrettanto scetticismo di quanto faccia con Fiat e con il fondo statunitense Ripplewood.
“Manca ancora una valutazione dei rischi che non lasci alcun dubbio”, chiarisce Guttenberg. E anche Berlusconi è convinto “che c’ è l’ assoluta imparzialità del governo tedesco”. Ma è lo stesso numero uno di Fiat a mettere in guardia dai rischi legati a una cessione di Opel a Magna e ai suoi due partner russi. Magna, sostiene Marchionne al settimanale Der Spiegel, si comporta come se avesse scoperto la Russia, ma probabilmente conosciamo meglio noi quel mercato. Negli ultimi sei mesi il mercato russo è crollato del 50% e non può assorbire altre Opel “senza mettere a rischio l’ industria locale, aggiunge. Se uno dei miei venisse da me con un piano simile, il giorno dopo si ritroverebbe senza lavoro”.
Marchionne chiarisce poi che se non dovesse andare in porto l’ alleanza con il marchio tedesco per il momento non si adopererà per trovare un altro partner industriale in Europa. Altra novità è la discesa in campo dei cinesi. Secondo il Financial Times, anche la casa automobilistica cinese Baic (Beijing automotive industry corp) avrebbe espresso interesse per una quota in Opel insieme alle attività europee di General motors. Il gruppo cinese avrebbe inviato una lettera giovedì scorso in cui esprime il proprio interesse.
La Baic è la quinta azienda automobilistica in Cina e produce auto della Hyundai in joint venture con la casa automobilistica sudcoreana. Sul fronte italiano c’ è sempre molta preoccupazione da parte dei lavoratori e dei sindacati. Oggi Termini Imerese si è fermata spontaneamente per due ore in segno di solidarietà con gli operai della Fiat. Oltre 5mila persone hanno sfilato in corteo per la manifestazione promossa da Fim – Cisl, Fiom – Cgil, Uilm e Fismic. I sindacati continuano a chiedere al governo la convocazione urgente di un tavolo per discutere sul futuro delle fabbriche in Italia.