Il commissario europeo Grybauskaite vince le presidenziali con il 69,04%. Sbaragliati senza problemi sei candidati, ora la ministra Ue responsabile del Bilancio dovrà affrontare in casa una gravissima crisi economica, che vede nei Paesi sul baltico una situazione particolarmente delicata. “Il gusto della vittoria è il peso della responsabilità”, ha dichiarato quando già si stava profilando con chiarezza l’ elezione al primo turno, sintetizzando questi due aspetti della sua elezione.
Cinquantrè anni, la Grybauskaite ha scelto di presentarsi come candidata indipendente, con la trasparenza della gestione pubblica come primo punto della sua agenda politica. “Il 12 luglio, dopo l’ insediamento, il mio primo compito sarà quello di valutare il lavoro del governo e presentare entro 15 giorni la candidatura di un nuovo premier”, ha detto, ribadendo – come messo in chiaro più volte durante la campagna elettorale – che “il lavoro di certi ministri non mi aggrada”.
Grybauskaite succede a Valdas Adamkus, 82enne, veterano della politica lituana e da 10 anni alla presidenza. Per l’ elezione al primo turno bisogna superare il 50% dei voti, con un’ affluenza a sua volta superiore al 50%, altrimenti serve un terzo delle preferenze complessive. Ieri ha votato il 51,67%.
Il commissario Ue si appresta dunque a rientrare in patria con un mandato di per sé forte, ma con margine di manovra tutto sommato limitato, viste le contenute prerogative del presidente, che si occupa essenzialmente di politica estera. Questo proietta la dama di ferro lituana in un confronto spesso non facile con la Russia, che Adamkus ha gestito spesso con toni intransigenti.
Ma dalla tecnica Grybauskaite gli elettori lituani si attendono un maggiore peso nella vita politica e, soprattutto, nella gestione dell’ economia in un momento particolarmente difficile. Dopo quasi un decennio di crescita e un vero e proprio boom negli ultimi cinque anni, il Pil lituano è crollato a -12,6% nel primo trimestre del 2009 rispetto allo stesso periodo del 2008.