Giorgio Napolitano ha attaccato questa mattina il diffondersi di una retorica pubblica che non esita – anche in Italia – ad incorporare accenti di intolleranza o xenofobia. Il Capo dello Stato è intervenuto ieri alla ventesima edizione della Conferenza annuale del Centro Europeo delle Fondazioni, e in un lungo intervento pronunciato in inglese ha prima rilevato come le politiche pubbliche non siano immuni da colpe nella crisi economica globale
Il capo dello Stato ha sottolineato che “nei nostri paesi le differenze in termini di origini etniche, religiose e culturali sono aumentate”. Infine ha denunciato “il rischio che queste differenze si traducano in un fattore di esclusione”. “Abbiamo il dovere di innescare un nuovo ciclo di sviluppo che non intacchi i livelli di equità e di coesione sociale raggiunti. Le nostre società devono dimostrare che questo è un obiettivo raggiungibile. È un sentiero stretto e impervio, ma è l’ unico che l’ Europa può ragionevolmente percorrere. Se si vuole far fronte alle sfide che provengono dalla povertà vecchia e nuova e a disuguaglianze inaccettabili fra e all’ interno delle nazioni, non possiamo certo rispondere con la mera conservazione e la difesa degli interessi nazionali”.
Siamo contro la xenofobia da sempre. Così il presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, interpellato dai giornalisti a Montecitorio dopo l’ approvazione del ddl sicurezza, replica all’ allarme lanciato dal presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. “Da parte nostra c’ è sempre stato un atteggiamento di netto contrasto contro ogni espressione di xenofobia”, ha chiarito il premier e a chi gli chiedeva se il capo dello Stato si riferisse alla politica attuata dal Governo quando ha parlato di retorica pubblica, Berlusconi ha risposto: “Non so, chiedetelo a lui”.