“Sfortunatamente l’ antisemitismo continua a sollevare la sua ripugnante testa in molte parti del mondo e ciò è inaccettabile”, lo ha affermato il Pontefice appena arrivato in Israele, in un discorso all’ aeroporto Ben Gurion. Il Papa chiede di fare “ogni sforzo per combattere l’ antisemitismo dovunque si trovi, e per promuovere il rispetto e la stima verso gli appartenenti ad ogni popolo, razza, lingua e nazione in tutto il mondo”.
“Tragicamente – ha detto il Papa – il popolo ebraico ha sperimentato le terribili conseguenze di ideologie che negano la fondamentale dignità di ogni persona umana. È giusto e conveniente che durante la mia permanenza in Israele io abbia l’ opportunità di onorare la memoria dei 6 milioni di ebrei vittime della Shoah, e di pregare affinché l’ umanità non abbia mai più ad essere testimone di un crimine di simile enormità”.
Qui Papa Ratzinger ha inserito le sue parole di condanne dell’ antisemitismo. In un passaggio precedente del discorso all’ aeroporto il Papa ha rilevato che la Santa Sede e lo stato di Israele condividono molti valori, prima fra tutti l’ impegno di riservare alla religione il suo legittimo posto nella vita della società.
Giuste relazioni sociali, ha commentato, presuppongono ed esigono “il rispetto per la libertà e la dignità di ogni essere umano, che cristiani, musulmani ed ebrei credono ugualmente essere creato da Dio… Quando la dimensione religiosa della persona umana viene negata o posta ai margini, viene messo in pericolo il fondamento stesso di una corretta comprensione dei diritti umani inalienabili”.
Il Papa fa anche appello ai responsabili israeliani e palestinesi a esplorare ogni possibile via per una soluzione giusta al conflitto. “Cosicché ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all’ interno di confini sicuri ed internazionalmente riconosciuti”. Il Papa spera in un clima di maggiore fiducia che renda capaci le parti di compiere progressi reali lungo la strada verso la pace e la stabilità.
Il Papa ha osservato che “anche se il nome di Gerusalemme significa città della pace, è del tutto evidente che per decenni la pace ha tragicamente eluso gli abitanti di questa Terra Santa. Gli occhi del mondo – ha aggiunto – sono sui popoli di questa regione, mentre essi lottano per giungere ad una soluzione giusta e duratura dei conflitti che hanno causato tante sofferenze. Le speranze di innumerevoli uomini, donne e bambini per un futuro più sicuro e più stabile dipendono dall’ esito dei negoziati di pace tra israeliani e palestinesi”.
Per questo il Papa “in unione con tutti gli uomini di buona volontà supplica quanti sono investiti di responsabilità ad esplorare ogni possibile via per la ricerca di una soluzione giusta alle enormi difficoltà, così che ambedue i popoli possano vivere in pace in una patria che sia la loro, all’ interno di confini sicuri ed internazionalmente riconosciuti. A tale riguardo spero e prego che si possa presto creare un clima di maggiore fiducia, che renda capace le parti di compiere progressi reali lungo la strada verso la pace e la stabilità”.