Formigoni con Fini: “Sia, l’ Europa, la patria della sussidiarietà”

di isayblog4 21 views0

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L’ Europa come grande laboratorio della sussidiarietà portata a tutte le sue conseguenze operative. “Sussidiarietà vuol dire democrazia, diritti, libertà, ma anche efficienza”, ha sottolineato il presidente della Regione Lombardia, Roberto Formigoni, alla quarta edizione delle assise delle Regioni d’ Europa sulla sussidiarietà, svoltasi a Milano.

La Lombardia ha volutamente ospitato questa edizione del summit europeo per rilanciare con forza un messaggio, non a caso alla vigilia delle elezioni del Parlamento di Strasburgo: la governance dell’ Europa non può essere una burocrazia piramidale, ma una rete di soggetti in cui le persone, le identità territoriali, le associazioni, la società civile sono protagonisti dei processi democratici e decisionali.

La Regione Lombardia si è affermata in questi 14 anni di governi Formigoni come la regione della sussidiarietà per antonomasia, avendola applicata in numerosi settori, a cominciare da quello chiave della sanità con la sua storica riforma del ’97. Ma non era solo la Lombardia, oggi, a sostenere questo ruolo di spinta: accanto si è trovata le massime istituzioni nazionali: la Camera dei Deputati, con il presidente Gianfranco Fini; il Senato con la presidente della Commissione Affari costituzionali, Rossana Boldi; il Governo, con il ministro per le politiche comunitarie, Andrea Ronchi; il Comitato delle Regioni d’Europa, con il suo presidente Luc Van den Brande. Una linea alla fine fortemente condivisa dall’ assemblea che ha approvato una dichiarazione congiunta nella quale appunto si parla di centralità della persona, della sua espressione sociale, del suo diritto di iniziativa.

Fiducia e partecipazione
“La sussidiarietà – ha affermato il presidente Formigoni introducendo i lavori – è il principio sul quale la Regione imposta, da 14 anni, la propria politica. Sussidiarietà come una nuova idea di Stato, che supera la concezione dell’ esercizio del potere come controllo, per un nuovo modello ispirato alla fiducia e alla responsabilità di tutta la società civile: donne e uomini, singoli e associati che porta con sé istanze e ipotesi di soluzione e che non ha bisogno di concessioni ma di riconoscimento. Sussidiarietà, in questo senso, vuol dire anche più efficienza, non solo più libertà, democrazia e responsabilità”.

“Proprio perché riconosce e valorizza le competenze e le responsabilità di tutta la società civile – ha proseguito Formigoni – la sussidiarietà può essere un’ ottima risposta alla crisi in cui ci troviamo; può essere il migliore antidoto alla crisi di fiducia verso le istituzioni. Sfiducia e distanza confermata anche dalle recenti indagini che indicano un calo nella partecipazione al voto”.

“Le Regioni – ha concluso Formigoni – possono e devono essere veri soggetti politici, in grado di incidere nei processi in corso a livello continentale e di porsi come punto di sintesi in materia di sussidiarietà. Occorre pensare in termini nuovi l’intreccio tra poteri e funzioni. L’ Unione Europea in alcuni casi ha dimostrato di comprendere e valorizzare questa necessità di nuove relazioni interistituzionale ma in altri casi invece la pretesa uniformità delle direttive (ad esempio quelle relative ai parametri per la qualità dell’aria) rischia di non comprendere che la peculiarità di molte Regioni richiede soluzioni differenziate nelle varie aree”.

I protagonisti
Insieme al presidente Formigoni hanno aperto i lavori dell’ assise anche: il presidente della Camera dei Deputati Gianfranco Fini, il ministro per le politiche comunitarie Andrea Ronchi, il presidente del Comitato delle Regioni Luc Van den Brande, Mario Monti (membro del gruppo di riflessione sul futuro dell’ Europa) e la senatrice Rosanna Boldi in rappresentanza del presidente del Senato Roberto Schifani.

“La sussidiarietà – ha spiegato il presidente Luc Van den Brande – non è soltanto un principio giuridico, ma condiziona il successo stesso delle politiche in atto. Questa assise conferma il partenariato tra autorità regionali, locali e Parlamenti nazionali coinvolti nel monitoraggio della sussidiarietà con la prossima entrata in vigore del Trattato di Lisbona. La stessa presenza del presidente della Camera dei Deputati, Gianfranco Fini, ha confermato la volontà del Parlamento italiano di costruire, in partenariato con il Comitato, una squadra attiva per il monitoraggio della sussidiarietà”.

L’ esempio della riforma sanitaria
Nel corso dell’ incontro sono stati poi presentati i positivi risultati ottenuti nell’ applicazione del principio di sussidiarietà in vari campi: la sanità (con il sistema della Lombardia in primo piano), l’ istruzione (con il Kunskapsskolan, organizzazione svedese di scuole private), l’ occupazione femminile (con un programma realizzato a Cipro grazie a fondi comunitari), l’ immigrazione (con l’ esperienza greca delle città interculturali), i servizi sociali (con il sistema inglese del personal budget), la cooperazione e i diritti umani (con l’ esperienza della Regione Veneto).

“I pilastri del sistema sanitario lombardo – ha spiegato l’ assessore alla Sanità Luciano Bresciani – riconosciuto uno dei migliori esistenti, poggiano proprio sulla sussidiarietà e cioè sulla libertà delle persone di scegliere dove curarsi, sulla parità di condizioni degli attori che partecipano a questo sistema attraverso l’ accreditamento, sul parternariato con le imprese e le università”. L’ assessore Bresciani ha inoltre voluto mettere in risalto il ruolo decisivo delle nuove tecnologie e la creazione di un sistema interregionale.

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