La Bce ha tagliato di un quarto di punto il tasso di riferimento, portandolo all’ 1%. Lo ha deciso il Consiglio direttivo dell’ istituto centrale a Francoforte. L’ Eurotower ha lasciato invariato il tasso sui depositi, allo 0,25%, e ha tagliato di mezzo punto quello marginale, portandolo dal 2,25% al 1,75%.
Il taglio porta il costo del denaro al minimo storico da quando la Bce ha iniziato a gestire la politica monetaria nel 1999. La decisione era ampiamente attesa dal mercato. Il differenziale tra il costo del denaro negli Stati Uniti e quello nell’ Eurozona si attesta sull’ 1%, tenuto conto che la Fed ha praticamente azzerato il tasso sul Fed Funds, fissando un range compreso tra 0 e 0,25%.
Ma proprio questo taglio potrebbe rappresentare l’ ultimo della manovra espansiva sui tassi finora seguita dalla Bce. Nell’ area euro infatti l’ 1 per cento è un livello al di sotto del quale non bisogna spingersi, secondo alcuni esponenti della stessa Bce. Questo mentre le previsioni per l’ economia dell’ area euro, come di tutto il mondo continuano a peggiorare.
A inizio settimana la Commissione europea ha pubblicato nuove stime secondo cui quest’ anno il Pil dell’ Unione monetaria segnerà un meno 4 per cento, cui dovrebbe seguire una quasi stabilizzazione nel 2010, con un meno 0,1 per cento. Tuttavia nelle ultime settimane, alcuni dati e indagini congiunturali, enfatizzati da diversi esponenti di autorità nazionali e istituzioni finanziarie internazionali, hanno mostrato possibili segnali di miglioramento del quadro. Sui mercati, infatti, ha guadagnato terreno la valutazione che la fase più acuta della crisi sia stata superata, specialmente negli Usa.
Allungano il passo intanto le principali borse europee dopo il taglio dei tassi annunciato dalla Bce ed in attesa dell’ avvio degli scambi a Wall Street, con i future sull’ indice Usa S&P500 in crescita dello 0,5%, rispetto alla lieve flessione della mattinata. Milano e Londra guadagnano il 2,42%, Parigi l’ 1,6% e Francoforte l’ 1,58%, Amsterdam sale del 2,36%.
Bene il comparto bancario con Commerzbank (+14,93%) e Dexia (+8,91%), ad eccezione di Lloyds (-8,22%), che ha indicato una crescita dei crediti a rischio. Salgono le materie prime con Kazakhmys (+7,91%) e Rio Tinto (+5,07%), mentre si muove contrastata l’ automobile, presa tra lo scivolone di Porsche (-12,33%) dopo la fusione con Volkswagen (+0,79%) e il balzo di Renault (+4,56%).