Il governo tedesco ha posto ben 14 condizioni da soddisfare per valutare positivamente qualsiasi offerta di acquisizione di Opel, tra cui la collocazione in Germania del quartier generale della società, la solidità del piano finanziario, la nazione nella quale sarebbero pagate le imposte della nuova aggregazione e il grado di consenso dei lavoratori.
Sarebbe questo, secondo un documento riservato dell’ esecutivo di Berlino visionato dal Financial Times, uno degli ostacoli incontrati dall’ amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne alla progettata operazione di fusione tra le attività automobilistiche di Fiat, Opel e Chrysler che punta a creare il secondo gruppo mondiale dell’ auto.
“Non sarebbe accettabile se ci fosse una vendita a Fiat al costo di un’ intera fabbrica della Opel”, ha detto Heinrich Hering, ministro dell’ Economia del Land della Renania Palatinato nella quale sono impiegati 3.000 dipendenti della Opel. Marchionne aveva in precedenza dichiarato che con la proposta aggregazione non ci sarebbero state chiusure di impianti Opel anche se è prevista una fusione negli impianti dei propulsori. Il Financial Times riporta inoltre che, secondo Fiat, Opel è una società tedesca, e ha dunque bisogno di un quartier generale in Germania
“Non vogliamo chiudere nessuno dei 4 stabilimenti di Opel in Germania: abbiamo bisogno degli impianti in futuro per costruire abbastanza auto, ma ovviamente il personale dovrà essere ridotto”. Ha detto l’ amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne in un’ intervista al quotidiano tedesco Bild. La Fiat ripagherebbe possibili garanzie pubbliche entro tre anni nel caso di un’ acquisizione della Opel.
Marchionne ha inoltre confermato che la Fiat manterrebbe tutti e quattro gli impianti produttivi della Opel in Germania, come aveva riferito il ministro dell’ Economia tedesco Karl Theodor zu Guttenberg dopo il suo incontro a Berlino con il manager. “La Opel adesso brucia soldi, per questo hanno chiesto l’ aiuto del governo – ha detto Marchionne alla Bild -. Quindi, lo Stato deve intervenire con garanzie pubbliche, che però non devono durare a lungo”. Lo Stato “non perde niente con la Opel nel lungo periodo”, ha proseguito l’ ad di Fiat: “Noi dobbiamo farcela senza i soldi dei contribuenti, quindi vogliamo ripagare le garanzie non oltre i tre anni”.