Il Governo Berlusconi non ha l’ “eco singhiozzo”, però è necessario un dibattito tra coalizione, gruppi parlamentari, partito e Governo per definire gli obiettivi delle politiche ambientali che concretizzino in scelte pratiche ed omogenee il concetto dell’ “ambientalismo del fare” che si contrappone all’ ambientalismo del no rappresentato dall’ ex Ministro Pecoraro Scanio e dalla sinistra in generale.
Ho sostenuto in Senato la mozione sul presunto riscaldamento globale di origine antropica perché questa mozione non è negazionista ma realista e pone una serie di dubbi sulla opportunità di indirizzare le politiche ambientali e quindi gli investimenti pubblici sull’ obiettivo di ridurre le emissioni di Co2 con la certezza che, se anche fosse davvero in corso un riscaldamento di origine antropica, gli effetti dei nostri costosi piani sarebbero del tutto ininfluenti.
Il centro destra non è contrario alle politiche ambientali né alla possibilità di un new deal ecologico, ma è necessario analizzare con attenzione gli obiettivi sui quali investire con il metro del rapporto costi benefici per evitare di sprecare risorse su progetti velleitari e non averne a sufficienza per progetti importanti.
Nello specifico è strategico investire per aumentare l’ utilizzo delle energie rinnovabili per ridurre il rischio di esaurimento delle fonti combustibili tradizionali, aumentare l’ efficienza energetica e ridurre le emissioni di inquinanti chimico fisici come le micropolveri o gli ossidi di azoto che inquinano l’ aria che respiriamo e provocano malattie respiratorie e mortalità.
Potrebbero essere meno importante investire ingenti risorse pubbliche per rincorrere l’ obiettivo di incidere in maniera insignificante tramite la riduzione della Co2 sui mutamenti climatici che da sempre accompagnano la storia del pianeta e che sono determinati in gran parte da fattori naturali oggi in larga misura ancora ignoti alla ricerca scientifica.
Nel programma del Pdl non vi erano indicazioni precise su queste scelte e sarebbe quindi opportuno che si definissero i luoghi del confronto di partito e di coalizione perché il Ministro non ha una delega in bianco su questa materia, soprattutto quando sembra, come in questo caso, che a dettare i contenuti continuano ad essere i soliti rappresentanti dell’ ambientalismo di sinistra che tanti danni ha fatto al nostro Paese.
Chi si occupa di politiche ambientali nel centro destra non ha bisogno di appiattirsi sulle posizioni dell’ ambientalismo di sinistra né di scavalcarlo con un radicalismo ancora più estremo per dimostrare di essere meglio, ma deve elaborare politiche alternative perché si basano su di un modello alternativo di scala valoriale.
L’ uomo al centro dell’ ambiente con il compito di usarlo e governarlo per sé e per le generazioni future in alternativa alla visione eco centrica della sinistra nella quale la natura è una dea pagana e l’ uomo è allo stesso livello della pianta e dell’ animale, anzi è spesso considerato un parassita del pianeta.
Bisogna prendere le distanze dai catastrofismi degli ambientalisti sempre pronti a strumentalizzare le nostre posizioni sul cambiamento climatico per recuperare visibilità e risorse da spendere sul terreno del consenso. Tra questi ultimi c’ è di sicuro chi ha puntato il dito contro la mozione approvata al Senato, probabilmente nemmeno curandosi di leggerne attentamente il testo, mistificandone le finalità al fine di paventare divergenze tra maggioranza e Governo.
Ma è chiaro che, per la delusione dei tanti revanscisti dell’ ambientalismo dogmatico ed ideologizzato, in questo frangente il Parlamento non può che essere al fianco del Governo e del Presidente Berlusconi nell’ importante opera di tessitura e salvaguardia degli interessi nazionali svolta a livello europeo.
Sen. Andrea Fluttero
Segretario della Commissione Ambiente