Dividere in 100 i progetti della ricostruzione e affidarne la responsabilità a ciascuna delle province italiane. È questo il piano che il Presidente del Consiglio Silvio Berlusconi intende attuare per la ricostruzione delle zone abruzzesi colpite dal sisma. E sulle new town precisa: non si tratta di una alternativa alla ricostruzione, ma di belle città da costruire in più in zone verdi.
Gli Enti locali saranno protagonisti della ricostruzione con l’iniziativa 100 progetti per 100 province. Con l’ affidamento della ricostruzione alle province, queste potrebbero responsabilizzarsi agendo comunque sotto il coordinamento della Protezione Civile. Saranno privilegiati i progetti di facile e immediata realizzazione, con pesanti ripercussioni di immagine per le imprese che non saranno in grado di rispettare i tempi stabiliti.
Per la ricostruzione si potrebbe intervenire con una tecnica antisismica giapponese, che dovrà essere accompagnata da una successiva edificazione razionale. Il Presidente Berlusconi torna così sull’ argomento new town, precisando che non sono ghetti alternativi alla ricostruzione, ma case in più situate in spazi verdi, realizzate con l’ intervento pubblico, ma soprattutto con quello di privati e banche.
Idea che il Presidente del Consiglio difende contro le critiche di noti architetti. Tra questi Fuksas, che boccia le New Town in quanto a suo avviso appartenenti a un’ idea urbanistica americana degli anni ’30. Secondo l’ architetto romano una città è altro rispetto a giardinetti o laghi, che non possono supplire alle tipiche relazioni di un nucleo urbano.
Evita invece la polemica il governatore Chiodi, che apprezza l’ idea di una new town senza tralasciare il recupero del centro storico e dei piccoli comuni colpiti dai crolli.
Dopo i soccorsi si passa all’ inventario dei danni e alle nuove proposte. Non sono ancora disponibili dati ufficiali, ma dato che oltre i due terzi delle abitazioni sono andati distrutti e vista la presenza di moltissimi palazzi storici si può ipotizzare una perdita pari a 10 miliardi di euro.
Priorità all’ attività di ricostruzione. Il Governo potrebbe quindi cambiare strategia. Parte dei 16 miliardi approvati dal Cipe potrebbe essere spostata dalle grandi opere alla costruzione di nuove abitazioni per i terremotati e servizi essenziali come scuole e ospedali. Ciò cancellerebbe gran parte delle infrastrutture previste dall’ Esecutivo, lasciando disponibili solo 6 miliardi di euro. Nonostante ciò per il Governo rimane assolutamente prioritario il Ponte sullo Stretto di Messina. Resta da capire se e come cambieranno le priorità governative. A disposizione della ricostruzione c’ è anche il fondo da 5 miliardi stanziato dal Cipe per le emergenze.
Berlusconi ha dichiarato la disponibilità di 16 milioni di euro per la ricostruzione della Casa dello Studente a L’ Aquila. Gli edifici scolastici saranno i primi ad essere sottoposti alle verifiche su danni strutturali e messa in sicurezza. Agli studiosi appare sempre più evidente la necessità di rottamare gli edifici che non applicano la normativa antisismica. Il restauro di chiese e beni culturali sarà demandato probabilmente agli Stati Uniti. Sono infatti trentacinque i Paesi che hanno offerto il proprio aiuto. Potranno quindi prendersi cura di un edificio che, una volta ultimato, porterà il loro nome.