I primi reperti, i campioni dei resti degli edifici crollati o danneggiati sono stati prelevati e messi al sicuro in un capannone della periferia dell’ Aquila. Quei campioni dovranno adesso essere analizzati. Lo spiega il procuratore capo, Alfredo Rossini: “Stiamo facendo un lavoro serio. I campioni dei materiali prelevati saranno analizzati. Siamo agli inizi. Ma noi dovremo ricostruire l’ intera filiera delle responsabilità. Visionare le gare d’ appalto, i capitolati, i progetti, la documentazione sui materiali scelti, i risultati dei collaudi effettuati. E verificare se si sono determinate delle falle, per poi capire se siamo di fronte a responsabilità penali. Dolose o colpose”.
Il capo della squadra mobile, Salvatore Gava, è accampato con la sua tenda sul prato di fronte la questura. Anche i carabinieri non sono da meno. E la procura è volante, nel senso che gli uffici sono inagibili e il procuratore Alfredo Rossini e il pm Fabio Picuti lavorano all’ aperto, anche se nelle prossime ore avranno i loro uffici provvisori nella Scuola della Finanza di Coppito. Ci vorrà del tempo, diverse settimane almeno, prima che l’ inchiesta giudiziaria possa avere una prima accelerazione, con le prime iscrizioni sul registro degli indagati. Almeno a sentire gli inquirenti e gli investigatori abruzzesi.
Dodici consulenti – dagli ingegneri ai geologi, dagli esperti in materiali ai chimici – e diciotto poliziotti. Questa è la squadra messa in campo in questa prima fase delle indagini coordinate dal procuratore della repubblica Alfredo Rossini e dal sostituto Picuti, che ipotizzano i reati di omicidio e disastro colposo plurimo. Naturalmente, in questa fase, si sta procedendo con una provvisoria scala di priorità: analizzare quegli edifici che, crollando, hanno provocato vittime. La Casa dello Studente, innanzitutto. Ma non solo. Stiamo parlando di quelle strutture che a una prima analisi superficiale presentano anomalie gravi.
Il procuratore Rossini non si sbilancia sulle presunte anomalie, che sono tutte da accertare: la qualità del cemento utilizzato, il cemento allungato con l’ acqua, impastato con la sabbia marina, la presenza nelle strutture portanti degli edifici di ferro, secondo quanto previsto dalle normative. Il procuratore Rossini precisa: “La priorità va data all’ analisi di quegli edifici che dovevano rispettare le norme antisismiche introdotte dalla nostra legislazione a partire dagli anni Sessanta”.
Insomma, edifici che di antisismico non avevano quasi nulla. Che a l’ Aquila sono crollati in via Luigi Sturzo, in Via XX Settembre, in via Andrea Rossi. Edifici pubblici fortemente danneggiati, come la Prefettura, la Procura, lo stesso Catasto, l’ ospedale. Edifici antichi e recenti, inaugurati anche nel 2000. Un investigatore scommette che alla fine le responsabilità saranno individuate.
“Per il crollo di un palazzo, in un’ altra città non all’ Aquila, abbiamo individuato tutta la filiera di responsabilità. E oggi si sta celebrando il processo con diversi imputati”. In queste ore, genitori delle vittime ma anche cittadini miracolati raccontano e denunciano i mille indizi che dovevano portare a interventi preventivi, a dichiarare inagibili quegli edifici. Il procuratore Rossini promette: “Arriveremo a capire se ci sono state responsabilità nei crolli degli edifici. I tempi non saranno brevi. Dovremo controllare migliaia di edifici e ricostruire la loro storia”.
Anche se il Catasto è stato danneggiato, gli investigatori stanno già lavorando sulle prime carte.